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mercoledì 6 novembre 2013

La politica dei santini

Un ulteriore piccolo non insignificante passaggio nel diario politico di quindici anni fa:
“La spregiudicatezza di Veltroni, che, neo segretario dell’ex Pci, fa omaggio nella stessa giornata a Bobbio, alla  Einaudi (di Berlusconi), ai caduti di Marzabotto, a don Dossetti, e a Occhetto, è troppo: impossibile riderne. È un canovaccio di ipocrisia che ogni Molière contemporaneo, anche non piccolo, un Dario Fo per esempio, troverebbe di cattivo gusto appioppare al suo Tartufo.
“Pero: nemmeno una critichina! Anche solo dal punto di vista formale: di uno che, confrontato a una responsabilità, si riempie di santini. Il capo del maggiore partito, forse, italiano come un qualsiasi calciatore all’entrata in campo, che si tocca, si fa la croce, tocca terra, dice gli scongiuri. Uno che aveva detto che nel partito di Togliatti lui non sarebbe stato comunista.
“In tanta ipocrisia, il fatto che abbia evitato qualsiasi santino socialista, perfino Gramsci, è un riconoscimento?” 

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