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sabato 5 luglio 2014

Le carissime Autorità di controllo

Costano un paio di miliardi, l’anno. Da cinque si sono moltiplicate: sono forse dodici, forse quindici – ogni tanto se ne scopre una nuova. Servono a dare superstipendi ai giudici, penali, civili, amministrativi, contabili. Non garantiscono e non controllano nulla. L’indovinello è facile per chi abbia familiarità con questo sito: sono le Autorità di controllo e garanzia del mercato, settoriali, morali, perfino filosofiche - semiologiche: quella delle Comunicazioni, o quella della Privacy.
L’idea non è male, che ora va per i vent’anni. Le prime Autorità furono varate da Prodi nel 2006, con la scelta delle Autorità di settore invece di un unico organismo di Tutela sul mercato. Vanno in parallelo con le privatizazioni e le liberalizzazioni e dovrebbero tutelare i consumatori e gli utenti dagli eccessi dei fornitori di besi e, soprattutto, di servizi. Ma sono state create e sono gestite come posizioni di potere: i giudici e i cosiddetti esperti rappresentano gruppi politici e d’interesse.
Nessuna Autorità si è segnalata mai per una decisione a favore degli utenti-consumatori. Le tariffe sono le più alte in Italia di tutta l’Europa, nell’energia, la telefonia, la banca, le assicurazioni. Almeno tre Autorità controllano gli appalti pubblici, che ciò malgrado si estendono all’infinito, moltiplicano i costi, e navigano nella corruzione. C’è un’Autorità che garantisce la Privacy, e in Italia non ce n’è una briciola: tutti sanno tutto di quanto guadagniamo, di cosa compriamo, dove, quando,  quanto paghiamo di bollette, quanto risparmiamo.

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