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sabato 5 luglio 2014

Una piccola vita quotidiana dell’anno Duemila

L’Ikea, l’esotismo, la business class, “il” Wing dell’aeroporto di Hong Kong, il Long Bar di centinaia di metri, il villaggio Valtur, il Potsdamer Platz, i resort esclusivi, le massaggiatrici algide, il fruttolo, la ricerca del “campo” per gli sms, nella giungla, gli animatori, lo straniamento a letto, la notte, con la ragazza, le “nigeriane”. Piccolo ci si perde e si diverte. Alla maniera di Roland Barthes, quando fece le “mitologie” del Tour e altre passioni universali fatali. Un antropologo del quotidiano dunque, col sorriso. E con uno sguardo non compendiativo, non propriamente alla Barthes, ma particolareggiato, come guidato da occhio onnivoro. O in successione d’immagini da occhio prensile, da cinepresa, da sceneggiatura. Da Nanni Moretti più che da Barthes: una semiologia alla portata di tutti.
Poco alla fine sappiamo di Hong Kong, o di Berlino riunificata, o del Queensland australiano, foresta pluviale e reef corallino compresi, poiché il letterato italiano viaggia intorno a se stesso. Ma, avendo condiviso l’esperienza di Bologna per comprare la libreria, quando l’Italia era divisa in due e l’Ikea stava sopra l’Appennino, avendo viaggiato in business, e avendo sperimentato ripetutamente l’esotico turistico, purtroppo non da turista, si può testimoniare che Piccolo è anche testimone fededegno. Un giorno, se qualcuno avrà la curiosità di sapere come si viveva a Roma, Italia, Europa, attorno all’anno Duemila del vecchio calendario gregoriano, Piccolo verrà anche utile - esca alla saggezza, che è sempre posteriore: che vita è questa?  
Francesco Piccolo, Allegro occidentale, Einaudi ET, pp. 221 € 12

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