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domenica 29 giugno 2014

Anche l’immigrato può far male

Salta la luce, corvi e talpe inquinano le indagini, i razzisti bruciano i campi, i servizi segreti sono deviati, i poveri sono poveri, i ricchi truffano, il carcere organizza il crimine, si tagliano i copertoni e si rigano le macchine, e la collaborazione tra la Polizia e i Pm non sempre è felice. L’eccezione Svezia si vuole normale.
In fondo, in realtà, resta quella di Bergman, dello stereotipo. Malgrado la novità linguistica del “tu” generalizzato, s’impersona nel silenzio – con molto alcol, che è la stessa cosa. I rapporti umani restano algidi. Ma sa essere anticonformista, almeno Mankell. Qui il fatto è l’immigrazione incontrollata, già venticinque anni fa, quando il “giallo”  fu scritto. Per incapacità degli Stati: l’accoglienza, lasciata anche in Svezia ai “volontari”, è slabbrata. Gli immigrati scompaiono dai centri anche in Svezia. E qualche volta sono assassini, anche feroci. Tutti si vogliono esiliati politici ma molti sono criminali in fuga. In Svezia se ne può anche scrivere.  
Henning Mankell, Assassino senza volto, Marsilio, pp. 366 € 5,90

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