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sabato 3 ottobre 2015

Ombre - 286

Si apre il sinodo dei vescovi sulla famiglia, voluto dal papa per aggiornare la chiesa alle “nuove realtà”, e monsignor Charamsa, bello e telegenico,  si prende la scena proclamando la santità gay, con mega intervista al “Corriere della sera” e allocuzioni alla prima assemblea internazionale dei cattolici gay. Che si tiene a Roma. I gesuiti, che vogliono abbracciare tutto, a volte sono abbracciati. 

Il precedente sinodo, sempre sulla famgilia, era stato aperto a Roma unno fa mentre il Campidoglio celebrava con un festa le prime nozze gay - la trascrizione. Quella volta a opera del sindaco Marino, che però anche lui si vuole buon cattolico, praticante.

“Se una persona è gay e cerca il Signore, chi sono io per giudicarla”, aveva appena detto il papa gesuita. E monsignor Charamsa, che non è gesuita ma è teologo dell’ex Sant’Uffizio, guardiano della fede, lo ha preso in parola. 

Weidmann lo fa anche contro la tradizione, che vuole i banchieri centrali riservati. Senza mai una critica della Banca d’Italia alla Germania, nemmeno in risposta a Weidmann.  Questo è un buon  segno, di una sorta di perfezione tedesca? Oppure un segno di pavidità?

Putin non vuole entrare, parlando con Alan Friedman nel libro in uscita “Mhy Way”, nei guai giudiziari di Berlusconi. Però, “vorrei sottolineare una cosa”, dice: “ Se la memoria non mi inganna, Berlusconi ha cominciato a fare politica nel 1994…. Prima di allora aveva fatto l’imprenditore per più di trent’anni e non aveva mai avuto alcun problema di ordine giudiziario. Appena ha cominciato a fare politica, nel giro di tre anni è stato oggetto di una trentina di procedimenti penali” – e di 5-600 ispezioni della Guardia di Finanza. Questo Putin sa proprio tutto?

Tg a ruota libera, tre e quattro pagine dei giornali, con titoloni in prima, per un gesto volgare del senatore Barani in aula nei confronti di una senatrice di Grillo. Siamo già tutti sul carro di Grillo? Autore di sceneggiate ben più degradanti di quella di Barani, anche dentro il Parlamento. 

Sul primo numero dell’“Espresso”, 2 ottobre 1955, Domenico Peretti-Griva lamentava che 30 mila avvocati erano troppi. Oggi sono 223 mila.

Nel primo numero dell’ “Espresso” si parla anche del professionismo nel calcio. Manlio Cancogni propende per il no: “Professionismo nel mondo calcistico. Tutti ne parlano nessuno lo vuole”. I calciatori però sì. E i procuratori no? E i dirigenti del calcio? Compresi i presidenti?

Renzi va avanti con la riforma della costituzione a colpi di maggioranza semplice. Che i suoi avversari interni al Pd gli rimproverano ricordando che questa fu la pratica di Berlusconi quindici anni fa. Mentre fu fatta dall’Ulivo, progenitore del Pd.

Buzzi ha dato ad Alemanno 125 mila euro, forse, in quattro anni, indirettamente (fondazioni, associazioni) ), e quindi Alemanno è suo “complice”, “corrotto”. Lo steso Buzzi ha dato a Marino 50 mila euro, con certezza, direttamente, in apposito incontro, e  niente.  La giustizia dei siciliani a Roma, Ielo, Prestipino, Pignatone, e il palermitano d’acquisto Tescaroli,  sa il fatto suo. Mafia a Roma?

Cinque anni di processo a Sgarbi, tra assoluzioni e condanne, fino alla Cassazione e ritorno, perché ha criticato le panchine in piazza Santa Croce a Firenze, con condanna finale: deve pagare 600 euro all’architetto progettista.
Il giudice preliminare aveva mandato tutti a casa, ma la Procura di Firenze si è sovrapposta al querelante e ha ottenuto la serie dei processi ora conclusi. Poi dice che i giudici non lavorano.

Il petrolio è sceso da 100 a 40 dollari a barile, la luce e il gas aumentano del 3-4 per cento. Paghiamo per questo una costosa Autorità dell’Energia, che dovrebbe monitorare i comportamenti monopolistici dei gruppi di settore.

Renzi e il Ponte sullo Stretto: “Voglio vedere se si può fare”. Cioè spendere altri 200 milioni, in aggiunta ai 200 già spesi, per ingegneri, architetti, periti e consulenti vari. Nessun provvedimento è passato così liscio al governo.

Si moltiplicano i ministri tedeschi che hanno copiato la tesi di laurea.  Fanno come la Volkswagern, tanto la Germania è al di sopra di ogni sospetto. E poi, come non invidiare la voglia di cultura, di una laurea?

“Mahagonny o Roma desolata”: il teatro dell’Opera chiude la stagione martedì con Brecht “in controluce alla difficile situazione che sta attraversando Roma”, scrive il “Corriere della sera”. Che è difficile invece per Marino, la città sta benissimo. Ma c’è sempre bisogno di un falso scopo.

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