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mercoledì 2 marzo 2016

Il romanzo delle bizze editoriali

Un libro devozionale. Per metà di note – un libro gaddiano? Per l’altra metà di 14 lettere di Gadda a Parise, con 4 di Parise a Gadda, di una o due paginette, peraltro note. E una filza di materilai ghiotti, “L’Ingegnere”, L’Ingegnere aneddotico”, “La fine della letteratura”, Le «bombe» dell’Ingegnere”. Ma è come un romanzo che Domenico Scarpa ci costruisce sopra, probabilmente anche per non gaddiani. Di una semplice amicizia - ora l’amicizia bisogna dirla semplice, intendendosi in genere altro. Tra due iperletterati, fenomeno rarissimo, dei quali uno giovane e uno no. Di filologia vivace, scorrevole, anche se fine a se stessa. Al punto anche – la filologia ama divagare (malgrado uno scambio di persona grossolano, sfuggito bizzarramente anche in sede redazionale:  il conte Faina, “tecnico”, cui Gadda voleva dare il voto nel 1963,non è Eugenio ma Carlo, di cinquant’anni più giovane, e non ebbe incarichi politici, ma fece carriera al vertice della Montecatini, e poi della finita male Montedison). 
Manca l’essenziale, è vero – Scarpa se lo fa mancare, o che? Il lettore però lo avverte: Gadda, nell’inverno 1962-1963, paternamente vuole e insiste che Parise ripubblichi i suoi libri con Garzanti, mentre lui invece vuole lasciare Garzanti per Einaudi. E lo fa, provocando qualche lite e infine un accordo: i due editori pubblicheranno in contemporanea un Gadda l’uno. Ma anche Parise, nel suo piccolo, andava da Milano a Torino… Un dialogo a tre: Scarpa compensa Parise, “che… poco conosceva l’opera dell’amico” – eccetto il “Pasticciaccio”, che aveva “quasi certamente letto” – mentre il curatore ne sa tutto. La breve corrispondenza è peraltro interrotta da Gadda, indisposto dalle intromissioni di Parise nella sua trafila editoriale, dopo la sua, insistita, in quelle di Parise.
I letterati sono simpatici, in fondo non fanno male a nessuno, ma a volte sono subdoli. Il Cecchi del titolo, di cui per di più ora non si può parlare dopo che qualcuno lo vuole antisemita, era invece un fervido sostenitore dell’Ingegnere, dalla prima ora. Tutto Gadda è in poche righe di François Wahl, il suo editore parigino, nel risvolto del “Pastis”, alla p.126.
Carlo Emilio Gadda-Goffredo Parise, “Se mi vede Cecchi, sono fritto”, Adelphi, pp. 346 € 18

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