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giovedì 31 agosto 2017

Il Ministro nella sua Calabria

Gioia Tauro chiusa, senza preavviso, alle 14, a Nord, a Sud, a Est, a Ovest. Traffico deviato, venendo dall’entroterra, di cui Gioia Tauro è il centro, commerciale, bancario e ferroviario, su una strada sterrata, con buche di almeno quattro o cinque inverni, che le cartacce non riescono a colmare per autoarticolati e motorini ugualmente, senza indicazione di direzione. Si procede incolonnati, un metro al minuto, sperando che il viottolo a un certo punto conduca alla stazione - i biglietti ad agosto in ferrovia sono scarsi e cari.
Raggiunto in qualche modo la stazione, c’è poi sa espletare il resto delle attività che uno si è riservato una volta a Gioia Tauro, in banca, all’assicurazione, dai fornitori. Ma non ce n’è la possibilità. A  meno di non fare tutto a piedi, che non è possibile: la chiusura andrà avanti fino a sera.
Si vaga con un peso nel cuore, perché non si sa cosa sarà successo: un attentato? della mafia, dell’Is? una tragedia della strada? sarà saltata una cisterna, una polveriera. E non c’è verso di sapere. I vigili urbani sono in divisa da cerimonia, si tengono lontani dalla polvere, ingannano il tempo sul cellulare. Gli ausiliari del traffico, ai qual è demandata la cura della deviazione, sono due, in età, visibilmente esausti, un’ora dopo la chiusura. Fa infatti 34° gradi, 38 percepiti.
Si lascia infine la macchina e si decide di fare il fattibile a piedi. Ma sempre senza sapere niente. Agenti e negozianti sono furiosi per la mezza giornata persa, e rispondono con parolacce. I più per la verità non sanno nemmeno che la cittadina è chiusa. Non resta che digitare Gioia Tauro. E google dà la risposta: oggi il ministro dell’Interno Minniti, il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, e le massime Autorità Civili, Religiose e Militari della Provincia di Reggio Calabria presenzieranno alla “cerimonia di elevazione e inaugurazione del Gruppo Carabinieri”. Gruppo come doppio o triplo di Compagnia. La cerimonia doveva essere alle 15, ma si sa come vanno queste cose. C’era la fanfara. C’erano le medaglie al valore civile. C’erano le vedove dei Carabinieri morti in servizio. E quindi la città si chiude: questo è lo Stato.
Gioia Tauro è infatti ben presidiata. Ogni diciotto-ventiquattro mesi il Comune viene commissariato per mafia, dopodiché per altrettanti mesi, fino alla prossima ineludibile elezione popolare, per altrettanti mesi viene dìretto da commissari prefettizi. Quella di commissario al Comune di Gioia Tauro è un carriera, alla prefettura di Reggio Calabria. Un posto di potere anche assoluto. Di non passare l’asfalto nemmeno dopo dieci anni, nemmeno dopo venti. Di non far pulire le strade nemmeno una volta l’anno. 
Minniti, che è un buon ministro, presenzia alla elevazione in quanto ministro dell’Interno e calabrese eminente. Forse non si ricandida?

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