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sabato 31 marzo 2018

A che gioco giochiamo

Si può ridere di Trump e dei suoi tweet. Delle sue squallide bagasce e dei suoi casinò. Ma intanto il più colossale riarmo americano è stato varato: un budget da 700 miliardi – era la metà quindici anni fa, con le guerre in Afghanistan e in Iraq in corso. Di cui non si parla. Anche se contempla missili “imprendibili” e l’abbandono del sistema di sicurezza nucleare.
Un riamo camuffato sotto un Russiagate che sembra, dopo tre anni di depistaggi, l’inchiesta di Piazza Fontana. Una trama interminabile di servizi segreti “deviati”, cioè in linea con politiche non dichiarate.
Gli Stati Uniti si direbbero in mano ad almeno tre servizi segreti, la Cia, la Nsa e la stessa polizia federale, di cui non si può non presumere l’inefficienza. Per l’incapacità esibita in tutto l’arco del Millennio, da Al Qaeda all’Is, dall’incredibile “11 Settembre” alla “primavere arabe”. Giocati con la mano sinistra da Putin in Siria, e dall’Iran in Iraq. Covi di carrieristi politici, quando non sono trafficanti – di informazioni, indiscrezioni, dossier. Mentre passa il più colossale riarmo americano dai tempi delle “guerre stellari”, sotto silenzio.
O forse gli Stati Uniti non sono preda della disinformazione, è tutto teatro. Ma il mondo sì, o almeno l’Europa, che viene chiamata a pagare. Suona sinistra la spensierata insolenza americana.

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