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venerdì 30 marzo 2018

La fede non è rispettosa

A trent’anni il fluviale Chesterston (un centinaio di libri in cinquant’anni di vita, altri duecento a sua iniziativa e col suo contributo, centinaia di poesie, con un poema epico, cinque drammi, cinque romanzi, almeno duecento racconti, con padre Brown e senza), benché non ancora cattolico, è già nonconformista. Perfino brutale, seppure con grazia – il finto burbero. Assiomatico. “Infinitamente più assurdo e molto meno pratico che bruciare un uomo per la sua filosofia è l’abitudine di dire che la sua filosofia non ha importanza”. Il XXmo secolo segna la decadenza del periodo rivoluzionario.. Chi ha cercato la libertà la voleva come veicolo di conoscenza, cosmica, filosofica, religiosa, e non di indifferenza. Inquisizione e processo Wilde, il modello è uguale ma questo è ridicolo. La religione è “la cosa realista per eccellenza”. E siamo alla p. 10. La fede non è rispettosa: “Non ci può essere e non c’è mai stato un cristianesimo senza coribanti” – “holiday”, la vacanza inglese, è il “giorno santo”.
Più che mai Chesterston si vuole qui un dandy, Oscar Wilde non trasgressivo. O sì, ma non aggressivo – giusto per il “vantaggio di essere incompresi”, che lascia liberi. Problematico. I realisti moderni sono terroristi, anche se per una ragione: “Realisti e dinamitardi sono persone egualmente bene intenzionate che si consacrano al compito manifestamente disperato di utilizzare la scienza per incoraggiare la morale”. Nella storia trovando a sorpresa verità più strane che nella finzione: “Dev’essere così perché abbiamo creato la finzione a nostro comodo”. E non problematico, anzi più sesso “wildiano” in senso proprio – aforistico. Il gentleman è uno stoico perchè è una specie di selvaggio. O l’“inesistente Irlanda” che conquista tutti. “I giovani leggono le cronache, i vecchi il giornale”. L’America non è “né nuova né intatta”.
A trent’anni Chesterston aveva abbastanza collaborato col “Daily News”, giornale liberale, da poterne estrarre un libro di trecento pagine, di successo, rielaborando gli scritti d’occasione tematicamente. Su temi di letteratura, e di avria umanità. I saggi su H.G.Wells e Kipling, più che quello su Shaw, sono ancora nuovi, come intonsi. Quello sulla “stampa gialla” fa stato pure oggi, un secolo dopo – anzi a maggio ragione oggi, con la cronaca giudiziaria sui rostri. O l’ecologismo: “I sandali e la semplicità”, a metà raccolta, andrebbe riletto per fare giustizia di tanti falsi assunti, da cottuttela, e per risparmiare.
Gilbert K. Chesterston, Eretici, Lindau, pp.264 € 22

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