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domenica 16 giugno 2019

Fermi tutti, c'è la Correzione


Nell’ultimo Montalbano, “Il cuoco dell’Alcyon”, Camilleri ha ua stupenda ragazza americana, una “buttana” ma non importa, che si presenta in commissariato, bloccando il traffico, per denunciare uno scippo. Ma non lo scippo, dei documenti, i valori, la borsa sottratti, vuple denunciare lo scippatore perché le ha sfiorato il sedere: la bellissima prostituta d’alto bordo a Vigata si vuole solo vittima di molestie. Camilleri lo racconta per ridere, ma non si ride.
Il maestro Dudamel alla fine del terzo e ultimo Beethoven ieri a Santa Cecilia a Roma, tornando sul podio per ringraziare dell’applauso, a ogni rientro invitava l’orchestra a condividere l’omaggio, in piedi, sollevando una bella viola bionda sul suo passaggio. Una, due, tre volte, forse quattro - il successo era travolgente, l’orchestra ha suonato il quarto tempo della Settima in trance, il pubblico è rimasto in piedi attonito, plaudendo poi per impulso meccanico, affascinato, che non capita mai a Roma, la gente alla fine scappa. La cosa è stata messa sullo scherzo dalla stessa orchestra, mentre la viola sollevata a questo punto arrossiva. Un’altra viola, altrettanto bella, mora, ha rimproverato il maestro per essere stata trascurata nelle entrate. Dudamel ha allora rimediato abbracciando insieme una viola donna, in età, e una maschio insieme. Ne avremmo sentite in America, dove Dudamel è direttore stabile della Los Angeles Philarmonic, con corteo di avvocati, a percentuale.
A Parigi due mesi fa una rappresentazione didascalica delle “Supplici” di Eschilo è stata impedita alla Sorbona da tre leghe antirazziste, la Ligue de défense noire africaine (LDNA), la Brigade anti-négrophobie (Ban), e il Conseil représentatif des associations noires (Cran). Tre organizzazioni anche in competizione tra di loro, che poi si sono disputate il successo della censura: l’ultima organizzazione si è accreditato il successo dicendo il dramma di Euripide “propaganda afrofoba, colonialista e razzista”. L’ellenista che organizzava la rappresentazione, delle “Supplici” come di altre tragedie greche, Philipe Brunet, si è giustificato con un lungo comunicato, che così terminava: “Ho fatto rappresentare i Persiani a Niamey da nigeriani (è nell’ultimo film di Jean Rouch). La mia ultima regina persiana era nera di pelle e portava una maschera bianca”.
“Le supplici” è reputato uno dei drammi più “repubblicani” e democratici di Euripide, oltre che molto femminista. Le organizzazioni antirazziste africane di Parigi, non altrimenti note, protestavano perché le Danaidi, in fuga dall’Egitto per cercare la libertà in Grecia, si caratterizzavano in scena per le maschere nere, per distinguersi dai greci, in maschera bianca.  
L’altra settimana il governo Macron ha voluto “Le supplici” alla Sorbona a titolo di risarcimento per la censura subita. Una rappresentazione controllata da un forte schieramento di polizia, a inviti, altrettanto controllati. Brunet ha cambiato il colore delle maschere, in oro e argento. Senza trucco sottostante, se non un colore mattone ai piedi e le mani. 
Avevamo lInquisizione, avremo la Correzione?

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