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sabato 22 giugno 2019

Il Texas perderà Trump – il Muro


Un candidato democratico ben calibrato potrebbe battere l’anno prossimo Trump proprio nello Stato repubblicano per eccellenza, il Texas. Al voto di metà legislatura sette mesi fa il senatore repubblicano uscente Ted Cruz ha sconfitto il candidato democratico Beto O’ Rourke per soli 2 punti e mezzo. In uno Stato dove tradizionalmente il partito Repubblicano conta su sei voti su dieci – ed è arrivato anche, con Bush jr nel 2004, a tre su quattro.
La presidenza Trump si è messa in urto con una serie di interessi texani. I proprietari terrieri, e le aziende agricole e agropecuarie delle aree di confine in primo luogo, ostili al Muro che Trump vuole costruire. Che romperebbe gli equilibri ecosistemici, e deprezzerebbe comunque le aree. Tutto il Texas inoltre ha relazioni privilegiate con il Messico, suo primo e di gran lunga maggiore partner commerciale. 
Il Texas, 29 milioni di abitanti, è la seconda economia americana dopo la California, 39 milioni di abitanti. E dispone di 38 voti elettorali alle presidenziali, o Grandi Elettori, molto meno dei 58 della California, ma decisivi se diventasse uno Stato oscillante. È anche lo Stato americano che più esporta, 264 miliardi di dollari nel 2018, contro i 172 della California. Anche verso il Messico. È infatti il primo staio agroindustriale, e con la componente forse maggiore dei settori elettronica, automotive (fabbriche Toyota), e aerospaziale.
Alle primarie del 2016 tutti i giornali texani erano, benché schierati pro Repubbicani, contro Trump.

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