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martedì 11 agosto 2020

Italia indifendibile

Sosteneva qualche decennio fa, poco prima della caduta di Mosca, il generale Cappuzzo arguto, che era stato Capo di Stato Maggiore dell’Esercito ed era diventato senatore beato, goriziano eletto ad Alcamo, sotto la provvida ala democristiana di Calogero Mannino, che i russi arrivavano in un’ora e mezza a Bologna, il tempo di farsi l’autostrada con i carri armati. Come a dire che la Difesa era inutile? Non proprio, ma nella sostanza sì.
L’ex ministro della Difesa Taviani, si sa ora, sosteneva negli anni 1950 e 1960 che la sola difesa possibile era … in Calabria. Approssimativamente, è da immaginare, Taviani non lo dice, non nelle carte desecretate finora, tra Lamezia e Catanzaro. Non c’era da pensare nemmeno alla Linea Gotica - chissà perché si chiama Linea Gotica la difesa naturale, ad arco, degli Appennini sotto la Pianura Padana, tra la Romagna e le Apuane, forse perché così la chiamavano i tedeschi di fronte all’avanzata Alleata. Niente, Taviani, reputato uno dei migliori, se non altro perché non rubava, si pensava salvo, forse, solo in Calabria, l’ultimo pezzo della Calabria. Una fuga senza fine.
Non sono aneddoti, è la maniera d’intendere la politica estera e della difesa: affidiamoci al più forte, che stiamo lì a elucubrare. Non della Seconda o Terza Repubblica, della primissima.
C’è scandalo che gli Esteri siano finiti a Di Maio, totale incompetente otre che ignorante. Ma perché, prima che cos’erano?

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