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martedì 27 aprile 2021

La grazia del Nulla

“Non sono ancora riuscita a capire il suo carattere – dice la bella e indolente signora Tobler a Giuseppe Marti, l’assistente che serve con fedele riservatezza la ditta e la casa  ormai compromesse e vacillanti. – È forse magnanimo? O è abietto?” Ma una terza risposta era possibile, se la signora Tobler avesse letto “Jakob van Gunten”, un racconto precedente dello stesso suo autore: “È privo di carattere perché non sa ancora cosa sia un carattere”.
Seducente e sfuggente, come sempre: che narratore è, Robert Walser? Il breve saggio di Walter Benjamin. “Robert Walser” - qui ripreso (da “Avanguardia e rivoluzione. Saggi letterari”) con le note di Hermann Hesse, e il breve saggio di Musil, “Le «storie» di Robert Walser” - spiega molto. È egli stesso il Buonannulla di tanta narrativa tedesca, Hebel e poi Eichendorff – cui Benjamin aggiunge Hamsun. E sa raccontarla, la vita del nulla: scritture labili, in superficie, di uno che sostiene di non avere mai corretto nemmeno una riga, e tuttavia, per quanto “involontario” e “trascurato”, un linguaggio “che presenta tutte le sue forme, dalla grazia fino all’amarezza”.
Non più in catalogo da Einaudi, e ancora non ripreso da Adelphi, questo che è forse il miglior racconto di R.Walser ha prezzi d’affezione nell’usato.
Con un saggio conclusivo di Claudio Magris. E una sorprendente antologia (“Assonanze”) di scrittori su Walser: Seelig, Kafka, Zweig, molto Canetti. Passando da un iniziale “Walser über Walser”, un’autodiagnosi: “Desidero passare inosservato”.
“L’assistente” è scritto nel 1908 a Berlino, tra “I fratelli Tanner”, 1907, e “Jakob van Gunten”, 1909, i suoi tre romanzi, o “grandi libri di prosa” come li chiama Carl Seelig, il curatore, non avendo intreccio, o contrasto (un  quarto romanzo, “Teodoro”, scritto dopo il 1920 a Berna, sarebbe disperso in una casa editrice tedesca o svizzera). Dovendo riassumerlo, è il racconto di una esperienza di lavoro dello stesso Walser, tra il 1903 e il 1904, presso l’ingegnere meccanico Dubler (la signora Tobler è la moglie dell’ingegnere), a Wãdenswill, qui Bãrenswill, sul lago di Zurigo, in una villa con vista in collina, zun Abendstern, Stella Vespertina. È il racconto di quella sua esperienza: “«L’assistente» è un romanzo assolutamente realistico”, confiderà a Seelig nelle “Passeggiate”: “Non ho dovuto inventare quasi nulla. La vita l’ha creato per me”. Walser ci ha messo un po’ di vita, una scena inerte fa stare godibilmente in piedi.  
Robert Walser,
L’assistente, Einaudi, pp.XVIII + 225 € 7,50

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