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martedì 22 febbraio 2022

Se il centro-sinistra lo ha fatto Moro

Pombeni ha aspettato la pensione per osare scrivere del centro-sinistra, quello degli anni 1960, che i suoi colleghi contemporaneisti si affaticano a cancellare. E ancora, ci mette Moro in copertina, come se ne fosse l’ispiratore e il leader, mentre ne fu l’affossatore. E ancora, limitando l’indagine ai dieci anni di preparazione del centro-sinistra: “L’Italia e il centro-sinistra 1953-1963” è il sottotitolo. Il ruolo di Fanfani al risvolto di copertina: “Il 22 febbraio 1962 entra in carica il IV governo Fanfani sostenuto da una coalizione fra DC, PSDI e PRI con l’astensione socialista. Era la premessa del centrosinistra «organico» che sarebbe stato realizzato nel dicembre 1963 dal governo presieduto da Aldo Moro con Pietro Nenni suo vice. Ma fu il governo Fanfani a varare quelle che sarebbero state considerate le grandi riforme del centrosinistra – la nazionalizzazione dell’energia elettrica e la scuola media unificata”.
Questa è la storia del dibattito lungo un decennio sulla necessità o meno di «aprire a sinistra» per affrontare i problemi che poneva la modernizzazione del paese. Con le resistenze, da destra, interne alla Dc. E da sinistra al partito Socialista, da Lombardi a Lelio Basso. Moro, questo è vero, tenne unita la Dc, ma a costo di sfiancare la carica innovativa del centro-sinistra. Nenni invece non riuscì a tenere unito il partito Socialista, da cui si scisse il Psiup di Lelio Basso e Vecchietti, partito socialista di unità popolare, e cioè di unità col Pci, da cui Nenni invece si era allontanato nel 1956.
A febbraio del 1963, racconta Pombeni nel tratto forse più nuovo del suo studio, Moro a Bari aveva teorizzato una Dc “alternativa a sé stessa”. I tempi erano cambiati, e la Dc doveva pensare alle novità, anche radicali, a come farle proprie. Il solito linguaggio moroteo che sembra non significare nulla e invece è collante per la Dc – l’ambiguità, pur di governarla.
Un aneddoto su Moro è anch’esso illuminante. L’Italia, Moro amava spiegare, secondo quanto Andreatta ha raccontato a Pombeni, è un castello di carta, bello e grande quanto si vuole, ma friabile: si può allargare o innalzare, ma con prudenza. Non per scetticismo meridionale, evidentemente: Moro era il vero Dc. Cattolico, vaticano, clericale: l’Italia fragile è minorata, bisognosa di assistenza.
La storia del centro-sinistra resta da fare.
Paolo Pombeni, L’apertura, Il Mulino, pp. 296 € 22

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