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martedì 8 agosto 2023

Attentati ai treni

Gli attentati ai treni sono sempre stati opera di neofascisti, da Tuti in poi. Anzi dall’attentato alla Freccia del Sud, il treno dalla Sicilia a Torino, il 22 luglio 1970, a Gioia Tauro, con sei morti e una sessantina di feriti. Una tecnica diventata tattica, organizzata, due anni dopo, nella notte tra il 21 e il 22 ottobre 1972, con la serie di ordigni, esplosi e non esplosi, lungo le ferrovie in varie dislocazioni, da Latina a Gioia Tauro, per sabotare una manifestazione dei metalmeccanici a Reggio Calabria contro i boia-chi-molla.
A Bologna quindi il 2 agosto 1980 si disse subito di si, la strage è fascista. Ma subito dopo di no. Poi ci fu Cossiga, col suo abitino di seminatore del dubbio, o “rottamatore” un po’ bipolare, che nel 1991 disse che non erano stati i fascisti. E dietro Cossiga si mosse molta intellighentsia di sinistra. Infine sono emersi i telegrammi del col. Giovannone, l'uomo dei servizi a Beirut, col suo accordo di non belligeranza col terrorismo palestinese, allarmato da un’ennesima scissione, segnalando una o più “schegge impazzite”.
In verità, l’accordo di Giovannone (e Eni, e altri: ospedali e aiuti umanitari in cambio di protezione contro il terrorismo) con Arafat e l’Organnizzazione per la Liberazione della Palestina non aveva protetto l’Italia, a Fiumicino e altrove. Ma non c’è mai stata una forma di terrorismo palestinese come quella di Bologna. E sui neofascisti per Bologna grava la condanna giudiziaria.
La condanna è un fatto. Ma in mezzo a tanti misfatti, per primo il tortuosissimo processo (più processi) per piazza Fomtana - contro ogni evidenza (per prima la pista anarchica voluta dal commissario Calabresi). Il dubbio quindi ci sta. Per ora la strage alla stazione è dei neofascisti. Ma indagare non dovrebbe nuocere.

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