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mercoledì 9 agosto 2023

Le cattive abitudini del governo con le banche

A colpo d’occhio, i governi italiani ci hanno sempre provato con le banche, con eccezione di Bpm, Intesa e Unicredit. Provato a disintegrarle – con Bmp in verità ci hanno provato, ma il banco ha resistito. I governi italiani del Millennio. Licenziato Fazio, si sono sbizzarriti nelle più varie manovre – accorpamenti, spezzettamenti, chiusure, aperture, e credito facile. Col solo effetto di fallimenti e parafallimenti, dalle banche del Centro-Italia, Mps compreso, al Veneto, e fino alla Popolare di Bari.   
Fazio è il governatore della Banca d’Italia che con cautela era riuscito nell’impossibile traversata delle banche dalla politica (banche Iri, casse di risparmio, Popolari) al mercato. Col miracolo Unicredit – se si guarda alle componenti – e anche del gigante Intesa, benché imperniato sulla Commerciale. Poi Bazoli, il patron di Intesa, ha voluto Fazio impiccato, compagnucci della parrocchietta e tutto, perché gli aveva impedito di prendersi anche Generali, e l’opera incompiuta è finita in un mezzo disastro.
In Italia non c’è alternativa fra i governi delle banche (obbligo di conto corrente Monti, obbligo di carta di credito Draghi) e il giustizialismo, di sinistra e ora di destra? Si dice questa la politica dell’uomo della strada – “il banchiere è una sanguisuga”. Che però in questo caso anche lui si sente offeso, ha il suo modesto conto corrente anche lui. La tassa non è stata popolare, e fa paura.
Sembra un controsenso: la banca non è la nemica del popolo? Ma funziona così; “Non mettere le mani in tasca”, come diceva il buonanima.

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