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sabato 16 settembre 2023

New York in broccolinese

Un racconto curioso del 1935, pubblicato dalla rivista il 15 giugno 1935, riproposto per la ricorrenza della morte di Wolfe, il 15 settembre 1938. Curioso perché è uno scherzo, linguistico: scritto come era il parlato di Brooklyn novant’anni fa, italo-americano, in “broccolinese”.
Tre persone si ritrovano in attesa del treno a scambiarsi informazioni su indirizzi e destinazioni in Brooklyn, e ne nasce una babele. Da cui la considerazione finale, che Brooklyn è troppo grande o profonda perché uno possa conoscerla. Il racconto è nel linguaggio, scritto come è parlato, e cioè nell’inglese parlato dagli italo- americani.
Il linguaggio parlato nella narrativa non era una novità, la lezione di Verga era già in uso per gli afroamericani, o per gli americani del Sud – in Faulkner per ambedue le categorie. È un unicum questo dell’italo-americano. Non detto, i tre non si qualificano, ma i riferimenti topografici che li angustiano sono ai qaurteri che gli italo-americani abitavano a Brooklyn, e che ancora oggi abitano.
All’epoca Little Italy era dominante a Brooklyn. Da qualche decennio la città è “gentrificata”, ristrutturata per intellettuali e ricchi, con quartieri trendy, di locali alla moda, negozi e ristoranti di lusso, ma è stata a lungo la città satellite popolare di New York. Gli italo-americani mantengono una presenza ancora larga, come residenti, non più animatori, nel quartiere di Bensonhurst, e nella prospiciente Staten Island.
Tom Wolfe, Only the Dead know Brooklyn, “The New Yorker”, free online

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