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martedì 19 dicembre 2023

La crescita si fa in Borsa

Sono quasi due mesi che Unicredit ha annunciato , in una con 10 miliardi di capitale in eccesso, l’intenzione di utilizzarlo per acquisizioni, oppure per “restituire valore agli azionisti”, anche col riacquisto di azioni proprie. Nel mentre che acquistava il 9 per cento, la maggiore quota singola,  della quarta banca greca, Alpha Bank. Iniziativa lodevole, che aveva meritato anche l’elogio della presidente della Bce Lagarde – “è il segno del risanamento del settore finanziario in Grecia”. E creava in Romania, raggrupando le filiali già aperte, la terza banca del paese. Confermando l’identità di banca cross-border che il gruppo si è data vent’anni fa.
Ieri, con separate interviste ai due maggiori giornali tedeschi, “Frankfurter Allgemeine Zeitung” e “Süddedutsche Zeitung”, il ceo del gruppo Orcel e il presidente Padoan hanno prospettato una nuova ondata di acquisizioni, “soprattutto nell’Europa centrale e orientale”. Dove le valutazioni sono attraenti. Mentre si escludono  Germania, Austria e Italia, dove il gruppo è già forte, perché “i prezzi sono troppo altri”. E fin qui è la norma. Poi Orcel alla “Faz” ha detto di più: “Un’acquisizione potrebbe aiutarci a far sì che il mercato riconosca il nostro pieno valore, cosa che oggi non avviene”. Oggi, dopo che la capitalizzazione (valore) in Borsa è quasi raddoppiata in un anno, o poco più. E se il gruppo non troverà “buone occasioni”, continuerà a “riacquistare azioni proprie”, nell’interesse dei suoi azionisti.
Non basta gestire bene il credito, bisogna gestire bene il titolo.

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