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mercoledì 14 febbraio 2024

Un’Europa di nati dall’estero

Spulciando i dati demografici di Eurostat, la centrale statistica europea, la tendenza è delineata verso un’Europa sempre più abitata da immigrati, recenti. Se in Italia la percentuale di nati all’estero è limitata, nel contesto europeo, attorno al 10 per cento, la tendenza invece è forte e in  crescita in Germania, e robusta in Centro Europa: Svizzera, Austria, Belgio, Olanda, Svezia, Norvegia.
In Germania i nati all’estero sono il 19 per cento della popolazione residente, cioè oltre 15 milioni, quasi uno su cinque. Analoghe le percentuali per l’Austria (21 per cento), il Belgio (18 per cento), l’Olanda (15 per cento). In Svezia i residenti nati all’estero erano due anni fa il 20 per cento della popolazione, due milioni, uno su cinque. In Norvegia il 17 per cento. Con un record per la Svizzera, 30 per cento, quasi uno su tre.
In crescita sono i “nati all’estero” di provenienza non europea. In Germania nove milioni di nati all’estero vengono da psesi non europei, il 60 per cento. E la proporzione è in aumento: l’ultimo dato censito, il 2021, dà sulle quasi 100 mila nuove acquisizioni di cittadinanza una quota del 75 per cento di non europei.  
Negli altri paesi europei l’incidenza dei nati all’estero è minore, ma ovunque in ascesa. In Spagna sono il 16 per cento della popolazione, in Francia del 13 per cento – in Italia il 10. In tutt’e tre i paesi gli stranieri residenti non europei sono mediamene due terzi del totale, circa il 70 per cento.

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