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giovedì 2 maggio 2024

Quel Manzoni (di Gadda) è un po’ Caravaggio

“Egli disegnò con un disegno segreto e non appariscente gli avvenimenti inavvertiti: tragiche e livide luci d’una società che il vento del caso trascina”….
“La mescolanza degli apporti storici e teoretici più disparati, di cui si plasmò e si plasma tuttavia il nostro bizzarro e imprevedibile vivere, egli ne avvertì le deviazioni contaminantisi in un’espressione grottesca”….
“Scrittore degli scrittori….Volle poi che il suo dire fosse quello che veramente ognun dice, ogni nato della sua molteplice terra e non la trombazza roca d’un idioma impossibile che nessuno parla, non solo, e sarebbe il male minore, ma che nessuno pensa né parlando a sé o al suo amico, né alla sua ragazza, né a Dio”…..
“Quello stesso amore per cui disegnò la dolce figura d’una popolana, sia pur graveolente, lo condusse a dire le cose vere delle anime con le vere parole che la stirpe mescolata e bizzarra usa nei sogni, nei sorrisi e dolori. Dipinse d’altronde anche marchesi, conti e duchi, sia nazionali che esteri, e non meno bene che quelli dal ciuffo”…. – i “bravi”.
Il collegamento discende poi spontaneo, immediato, tra Manzoni, il romanzo, e Caravaggio. È la notazione forse più sorprendente del saggio, un’illuminazione, ma argomentata – “il barocco lombardo di quel tempo ha tenuissimi tocchi e una grandiose tristezza”. Un mondo di “atroci silenzî”, dove “la legge si fa irreale, perché nessun termine di giusto riferimento le è conceduto. Nulla esiste più. Nulla è più possible socialmente: soltanto sono reali gli impulsi di una fuggente individualità”..  
Uno scritto breve di Gadda, sei cartelle, uno dei suoi primi, trascurato ma che dice molto di sé, del suo futuro. “Manzoni – Fichte – idea della immediatezza necessaria del linguaggio” è il titolo. Ma più che Fichte c’è “Michelangelo Amorigi” (Merisi, “Caravaggio”), che “veste da bravi i compagni di gioco”. E poi Gerolamo Cardano. E “i lividori dello Spagnoletto”. Una sintesi visiva. E lombarda: dai posti del future “dolore”, dei dolori estivi – “Longone. Finito questa riesumazione Manzoniana il 4 agosto 1924”.
Un breve saggio del manzoniano di ferro Gadda, da studioso di filosofia dopo la guerra e la prigionia, dopo gli studi accademici-alimentari di ingegneria. In cui ha già precisa la cifra della sua propria scrittura. Aderente alle cose e insieme inventiva. Con molti furori contro “gli asini che fanno da sei secoli i rigattieri degli umanisti a freddo” - “L’Italia liberata dai Goti! Ah! Peccato che mentre un così nobile poema in endecasilabi, santissimo sacramento, veniva dato alle stampe un sifilitico la conquistasse con ottanta cavalli” (Trissino e Carlo VIII). Con un omaggio commosso a Leopardi.  
Carlo Emilio Gadda, Apologia manzoniana, “The Edinburgh Journal of Gadda Studies”, free online 

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