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sabato 4 maggio 2024

La Francia e l’Europa che non c’è

Cinque anni fa, nella campagna per il voto europeo, Macron proponeva un Rinascimento. Quest’anno, con la stessa scadenza, a un mese e mezzo dal voto, spiega alla Sorbona e all’“Economist” che “l’Europa può morire” – non dice che rischia di morire, ma aggiunge che le fini degli imperi sono “brutali”, improvvise cioè e disastrose.
Il presidente francese ha parlato senza effetto allora - e senza oggi, è da presumere. Se non che il necrologio viene a ridosso del rilancio di una Difesa europea, assortita di una politica estera comune. Una difesa con più armamenti e più aggiornati, compreso l’ombrello nucleare (Francia, Gran Bretagna), e con un inizio di integrazione degli schieramenti e dei comandi. Che sembrerebbe una svolta decisiva verso una federazione, una Europa vera. Non fosse che lo stesso Macron con la ripetuta promessa, o minaccia, di inviare truppe francesi in Ucraina. Niente di meno che una dichiarazione di guerra alla Russia, così, su due piedi, senza un appiglio, giuridico o militare, e senza prospettiva, se non una guerra, per la qale nessuno in Europa è preparato.  
Leggerezza? Non sarebbe la prima guerra in cui la Francia imbriglia l’Europa. La Libia è un precedente che, per quanto minimo rispetto alla Russia, pesa molto sull’Italia – e sull’Africa, ci ha rimesso alcune migliaia di morti. E il presidente francese è, unico tra i regimi democratici, uno che ha pieni poteri per cinque anni - più del presidente americano, ed è tutto dire, anche se conta molto meno. Bisogna preoccuparsene?
Macron è a capo di un paese che ha fatto fallire l’Europa nei due passi decisivi: la difesa comune nel 1954, e la costituzione nel 2005.

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