Cerca nel blog

domenica 28 aprile 2024

Perché in Italia non c’è stato il socialismo

Perché l’Italia è l’unico pase europeo a non avere sperimentato la socialdemocrazia al governo – rispetto a Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna, Scandinavia, Olanda, Belgio, Portogallo….? Perché negli anni in cui la socialdemocrazia era maggioritaria, si infangò nel “massimalismo”. Nella velleità di riprodurre in Italia la rivoluzione bolscevica subito dopo il 1918, che si risolse nello scontro perdente con l’ex socialista (ex massimalista, anche lui) Mussolini. E nell’Italia repubblicana per analoghe preclusioni del Pci.
Questo Niceforo non lo dice - e non c’è storia che lo registri: non si può ancora fare la storia dell’Italia repubblicana, seppure già molto lunga. Ma lo spiega la storia della pubblicazione della sua analisi.
Il libro che ora si pubblica è la tesi di laurea in Filosofia presentata dall’autore nell’ottobre del 1966 alla Statale di Milano, e non apprezzata dalla Commissione. “La maggior parte dei componenti della Commissione”, spiega l’autore, “a quel tempo sensibili all’egemonia culturale del PCI, giudicò negativamente la rivalutazione, contenuta nella tesi, dell’interpretazione della rivoluzione russa allora sviluppata dai socialisti riformisti (in particolare da Filippo Turati e Rodolfo Mondolfo) e la parallela analisi critica di quella fornita dai socialisti «rivoluzionari» (in particolare da Antonio Gramsci), negli anni 1917-1919”.
Erano gli anni in cui il Pci post-Togliatti cercava nuovo spessore in Gramsci, nel “rilancio del pensiero di Gramsci, attraverso la rilettura dei Quaderni del carcere, volta a dare basi teoriche alla togliattiana «via italiana» al socialismo”. Che di lì a poco finirà nell’infausto, per il Pci e per la sinistra italiana nel suo complesso, “compromesso storico” – di cui anche non si può fare la storia, e nemmeno una valutazione politica.
Orazio Niceforo, I socialisti italiani e la rivoluzione bolscevica (1917-1919)
, Biblion, pp. 176 € 18

Nessun commento: