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giovedì 6 settembre 2007

Un giornale per cresimandi

Si può dire “la Repubblica” il giornale della Confermazione. Dei cresimandi, insomma, con compunzione anche se senza unzioni, di sinistra naturalmente, e progressisti. Non fa che confermare i suoi lettori, su ogni aspetto che tratta: tutti rubano, eccetto noi, il pianeta è allo sfascio, Bush è un fallito, o l’America alternativamente, Berlusconi una macchietta e un cretino, l’Inter è meravigliosa, i libri costano caro, la luce pure, tutti tramano golpe, eccetto noi, la mafia è ovunque, eccetto che in noi. Con una quota d’identificazione tra lettore e giornale che non ha paragoni e probabilmente è senza precedenti: il lettore compra il giornale sicuro di trovarci quello che ci trova. Non si spiegano altrimenti le dieci pagine quotidiane da un paio di mesi su chi sarà il capo del partito che non c’è, un non argomento che evidentemente appassiona il Repubblicofilo. Un giornale pastorale è un’idea non male. Il problema resta la laicità.

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