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giovedì 14 febbraio 2008

Melazzini, l'anti-Welby senza trombe

Come vivere attraverso una malattia mortale. Vivere con una “qualità della vita”, come dicono i medici, adeguata. Insomma normale, con storie d’amore e di separazioni, dalla moglie, dai figli. Se poi questo malato è un medico, che sa “dall’interno” cosa gli succede, l’esperienza è sicuramente da raccontare. È il segreto della riuscita di questo libro altrimenti terribile. Con l’aiuto di Marco Piazza, il dottor Mario Melazzini, primario di oncologia alla Fondazione Irccs del Policlinico San Matteo di Pavia, racconta la scoperta della Sla, Sclerosi Laterale Amiotropica, o Morbo di Gehrig, o Malattia di Charcot, che in pochi mesi l’ha immobilizzato, e il suo lento, sofferto, adattamento. Marco Piazza, il responsabile della comunicazione di Telethon, giornalista con una unga esperienza di volontariato fra i malati di distrofia muscolare, evita il facile effetto di fare di Melazzini l’anti-Welby, d’incorrere nella spettacolarizzazione della sofferenza che sul caso Welby si rimprovera ai radicali di Pannella. Ma costruisce, seppure con toni lievi, senza trombe, un personaggio e una vicenda per più aspetti emblematici.
La Sla è una patologia che lascia al massimo tre anni di vita. Melazzini, oggi cinquantenne, l’ha contratta sei anni fa, nel 2002. Continua la sua attività di primario a Pavia, e ha preso la presidenza dell’Aisla, l’associazione dei suoi compagni di destino. “A volte può succedere che una malattia che mortifica e limita il corpo”, riflette lo stesso Melazzini, “anche in maniera molto evidente, possa rappresentare una vera e propria medicina per chi deve forzatamente convivere con essa senza possibilità di alternative”. Se solo mantiene il controllo delle facoltà mentali. Ci sono i sani che vivono eternamente malati, ipocondriaci si diceva una volta, oggi perlopiù depressi, il masochismo nelle società opulente è merce da supermercato, e ci sono malati che invece pensano da sani.
Sulla malattia pesa troppo l’ideologia, si vede anche dal dibattito orrendo che si sta facendo sull’aborto. La razionalizzazione a basso voltaggio derivata da Foucault. Che invece era un teorico, o analista, del potere (si capisce che, in questa volgarizzazione del filosofo, si facciano partiti pro o contro l’aborto). Nonché il vezzo guelfi-ghibellini, l'antico partito preso. Riflesso anche dalla sorte di questo libro, apprezzato dagli ambienti confessionali, ostracizzato dai laici. Ma allora, questo laicismo è veramente eugenetico, vuole solo la morte dei vecchi, malati e malformati?
Mario Melazzini, con Marco Piazza, Un medico, un malato, un uomo, Lindau, pp.144 €12

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