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mercoledì 4 novembre 2009

La pastetta Opel

Il parcheggio di Opel col consorzio canadese-russo (canadese-russo...) Magna-Sberbank ha esaurito la sua ragione d’essere e General Motors si riprende il gruppo tedesco. Si sapeva (vedere http://www.antiit.com/2009/08/ombre-25_19.html e http://www.antiit.com/2009/05/con-opel-o-meglio-senza.html), anche se non diceva, e quindi la novità è relativa. Se non che si è trattato di una vera e propria pastetta, la quale però, essendo opera della General Motors e del governo tedesco, non ha suscitato le sopraccigliose ire delle vestali del buon capitalismo, gli “Economist”, “Financial Times”, “Wall Street Journal”.
Non c'è nessun ragione per fare oggi quello che Gm non ha fatto un anno fa. Ma un paio di obiettivi la finta cessione li ha ottenuti: è stata una pastetta ingegnosa, più che vergognosa. La parte vergognosa, l’iniezione gratuita di liquidità da parte del governo tedesco, ben tre miliardi di euro, infatti non è passata al vaglio dell'Unione Europea. Ma Opel e le banche tedesche ne hanno beneficiato come ombrello in questi difficili dodici mesi, evitando di dover proclamare il fallimento. I capitali necessari saranno reperiti ora da General Motors. Ma il fabbisogno intanto si è ridotto, da tre a due miliardi. Perché, secondo effetto positivo della pastetta, i no pasaràn con cui i sindacati e alcuni paesi (in particolare il Belgio) avevano affrontato i piani di ristrutturazione di General Motors prima e poi di Fiat si sono addomesticati. Almeno quattro impianti, chiusi temporaneamente, non riapriranno. E la forza lavoro si ridurrà del venti per cento, diecimila unità, entro questo anno. Grazie a un accordo raggiunto la mattina di martedì – è nel pomeriggio che il board di Gm ha reintegrato Opel. Magna, che vive di General Motors, si ritira in buon ordine: “Continueremo a sostenere Opel e Gm”.

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