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mercoledì 16 giugno 2010

La concorrenza angloteutonica e il monopolio Sky

Promuovere la banda larga e il digitale terrestre non si può in Italia, perché fa concorrenza sleale alla tv satellitare. Cioè a Sky, l’unica rete satellitare. La Corte di giustizia europea, investita del caso, non ha potuto che interinare le decisioni un anno e mezzo fa dell’allora commissario Ue alla concorrenze, Neelje Kroes. Nella fattispecie la signora Kroes si era pronunciata anche tra due duellanti politici, Mediaset (e la Rai) facendo capo a Berlusconi, e Sky Murdoch, il capofila della destra americana che in Italia gioca a sinistra, all’epoca in piena guerra (si ricorderanno le paginate ant-Berlusconi dei giornali inglesi di Murdoch). Il giudizio della Kroes si può ritenere anche politico. Ma è stato fortemente condizionato da un pregiudizio economico in favore dei monopoli che non può non suscitare scandalo, specie da un’autorità che si definisce antitrust. La verità è che l’Europa è dei monopoli, di chi è già su piazza cioè e la controlla. Degli interessi costituiti si sarebbe detto con altra, forse vetusta, terminologia. Schermandosi con principi igienici, sanitari e ambientali, imbattibili, e di volta in volta con la protezione della specialità (i formaggi per esempio) oppure dell’uniformità (sempre i formaggi), della protezione dalla chimica oppure della prescrizione chimica (la composizione dei gelati), la burocrazia di Bruxelles sempre e comunque protegge i monopoli. In particolare la direzione concorrenza.
Ritenere Mediaset non dominante può anche far sorridere. Ma non in un’ottica europea. Nella quale capitalizzano gli interessi dominanti, la spregiudicatezza, e l’angloteutonicità – Joaquìn Almunia, che è succeduto da qualche mese a Kroes, ne è un’estensione. Cauzionata dall’onesto professor Monti, che ne ha creato negli anni 1990 l’autorevolezza, con casi che ancora fanno testo contro i monopoli informatici, siderurgici, bancari, la direzione concorrenza di Bruxelles si sbizzarrisce, con commissari rigorosamente angloteutonici, a favore dei monopoli. Che pagano – oh, se pagano! – e questo si potrebbe anche tollerare, la corruzione. Nella fattispecie si può anche pensare che, Monti essendo stato nominato a suo tempo da Berlusconi, i suoi critici, specie la stampa britannica che aspramente lo contestò, vogliano far pagare a Mediaset (e alla Rai) le “colpe” dell’ex commissario: troppa dirittura non piace all’ideologia dominante del mercato. Ma la fattispecie è anche un caso raccapricciante di un “doppio” monopolismo: è aiuto di Stato e concorrenza sleale il (minimo) contributo al digitale terrestre, mentre non lo era quello alla tv satellitare, una e sola.

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