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lunedì 29 novembre 2010

L’euro non sarà più terreno di caccia

Sulla carte è rivolto alle banche, nella sostanza ai governi e alle loro consorterie: un monito contro la speculazione facile. Il Meccanismo di Stabilità Europeo non è sarà Fondo Monetario Europeo, ma si attribuisce lo status di creditore privilegiato in tutti i casi in cui dovrà venire in aiuto di un paese del’area euro, dietro solo al Fmi. E questo è il primo punto contro la facile speculazione contro l’euro di questi anni, in Grecia, Irlanda e altrove. Di operazioni di credito in cui, cioè, le banche e ogni altro pestatore puntava ad allargare la disponibilità di credito, e insieme al rischio d’insolvenza, nella certezza che gli Stati non falliscono - una certezza che Bush e Paulson hanno voluto far pagare alla Lehman Brothers. Un secondo punto selettivo nella stabilità monetaria varato ieri è l’annunciata selettività negli interventi di stabilizzazione: i governi che risulteranno colpevoli, o ne saranno sospettati, di manovre sul debito in qualche modo speculative, dovranno pagare un onere aggiunto. Nelle forme del riscadenzamento del debito, o della svalutazione del nominale. Un modo come un altro per dire ai prestatori che non c’è consorteria politica che possa tenere loro bordone.
È un irrigidimento che la Bce e l’Ecofin hanno proposto e adottato per venire incontro al governo tedesco, la cui partecipazione alla stabilizzazione dell’euro è criticata in patria come un indebito salvataggio, che i tedeschi pagherebbero caro. Ma è anche un test di forza dell’euro, che a questo punto è il solo strumento europeo veramente unitario. E anche uno efficace: l’euro non sarà più terreno di caccia aperto.

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