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lunedì 6 dicembre 2010

La Padania non esiste, ma vota ‘ndrangheta

La storia parte da un articolo del “Corriere della sera”, il 14 luglio 2010. Ma non si tratta di un instant book, sul dossier raccolto dalla Direzione nazionale antimafia – che illusrtra la mafia invece di bastonarla. È l’opera di uno storico, già deputato del Pci, che professa la Storia della criminalità organizzata all’università Roma Tre – un’università creata per i compagni (ex), dopo che Andreotti creò Roma Due per gli amici, ma questo non è un crimine, anche se è organizzato. Si vuole la ‘ndrangheta, che opera nel movimento terra, l’ultimo osso degli appalti, padrona, economica e politica, della Padania. La quale però, argomenta Ciconte, non esiste, è una boiata della Lega. E dunque, la ‘ndrangheta non esiste? No, esiste, ha fatto alcune telefonate, che sono state intercettate. Ed è oggetto di alcune denunce, dei sindaci (leghisti) di Cesano Biscone, Corsico e Trezzano sul Naviglio. Cui il Prefetto, il Questore, i Carabinieri e la “politica lombarda”, non hanno dato bastardi seguito.
La ‘ndrangheta va, come variante della mafia e di gomorra-camorra, questi dossier si vendono come panini, e uno non saprebbe fare torto allo storico di approfittarne. Ma si ha a volte la sensazione che persone emerite, parlamentari, professori, non sappiano cos’è la Padania, anche se ne parlano male. Né la Lega, di cui prendono per buone le denunce – al lupo, al “lupo meridionale”, possibile che agli storici nessuno abbia letto da bambino le favole? Né, absit iniuria dal calabrese Ciconte, il Sud e la Calabria, poiché non sanno che un calabrese al Nord non può essere se non ‘ndranghetista.
Dunque, c’è una disciplina di Storia della criminalità organizzata. Perché no, c’è di tutto, perché non la mafia? Tanto più visto il successo del genere in libreria. E poi è un esame che si supera facile. Ma non c’è una Storia della polizia, per esempio, Alessandro Fontana ha tentato d’introdurla e non c’è riuscito, benché forte dell’autorità di Foucault. Che inevitabilmente magnificherebbe la polizia, ma spiegherebbe molti arcani del potere che non trovano altro posto nelle storie. Mentre la Storia della criminalità organizzata è solo una magnificazione della criminalità stessa, che andrebbe repressa prima che studiata.
La storia è questa, come scrive Ciconte: “Nell’ultimo quindicennio la ‘ndrangheta ha conteso alla Lega il controllo del territorio padano. Non è vero che al Nord c’è solo la Lega che controlla il territorio; c’ è anche la ‘ndrangheta che, esattamente nelle stesse località dove c’è un forte insediamento della Lega, gestisce potere, agisce economicamente, fa investimenti, interviene in vari campi anche sociali, ha una presenza in politica. Lo dimostra quello che è successo in alcuni comuni come Corsico, Buccinasco e altri limitrofi, e in alcuni settori economici, come quelli degli appalti e del movimento terra...”. Ciconte ha una vasta bibliografia sulla ‘ndrangheta. Quest’anno è al terzo titolo, dopo “Australian ‘ndrangheta. I codici di affiliazione e la missione di Nicola Calipari”, e “Osso, Mastrosso, Carcagnosso. Immagini, miti e misteri della ‘ndrangheta”. Il cui mistero è di non avere misteri, a parte l’aura che le si vene creando.
Enzo Ciconte, ‘Ndrangheta padana, Rubbettino, pp. 224, € 14

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