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lunedì 6 febbraio 2012

L’unità bancaria dei cattolici

A chiusura del centocinquantenario valga quanto era possibile scrivere dieci anni fa, dopo l’ingresso di Unicredito in Generali – eliminate le scorie Fazio e Profumo, la situazione è com’era allora:
“L’asse Uni-Generali – in concreto Uni-Mediobanca-Generali – completa il Blitzkrieg con cui la finanza cattolica, a quasi un secolo e mezzo dall’unità, completa l’occupazione del potere. I due gruppi di influenza marcatamente confessionale, Unicredito e Intesa, controllano i tre quarti almeno di quello che fino a quindici anni fa era ancora un fortilizio laico. Restano fuori il San Paolo Torino di Rainer Masera, ma le Fondazioni scalpitano, ben confessionali anch’esse, e il fortilizio dell’ex Pci, il Monte dei Paschi.
“I quindici anni decorrono da quando l’avvocato Bazoli, l’uomo d’affari della curia di Brescia, è sbarcato a Milano sulle spoglie del Banco Ambrosiano. Da dieci anni l’impresa di Bazoli è stata facilitata dalla Banca d’Italia, da quando è retta anch’essa da un uomo molto devoto, Antonio Fazio. Fazio e Bazoli sono due cattolici diversi, e anzi antitetici. Vecchio “popolare” Fazio, liberale, pluralista, molto “democristiano” Bazoli, uomo di potere. Su Mediobanca-Generali Fazio ha dato e darà dispiaceri a Bazoli. Ma molti pezzi di strada li hanno fatti insieme, Bazoli sulle tracce della liberalizzazione disposta da Fazio, e della dottrina da lui propugnata degli “accorpamenti risanatori”.
“Profumo è un corpo estraneo in questo schieramento. È venuto alla ribalta in un famoso convegno dell’allora Pds, tenuto a Siena nel 1997, convocato da Massimo D’Alema per spiegare ai manager la nuova filosofia di mercato del suo partito. E lavora in Unicredito a contatto privilegiato con Pietro Modiano, un manager cresciuto nel Credito Italiano e ora vicedirettore generale del gruppo, marito di Barbara Pollastrini, fiduciaria Ds a Milano e deputata. Ma Profumo serve: viene da Merrill Lynch, ha fiuto e capacità per le fusioni, e ha in progetto di estendere l’influenza di Unicredito oltralpe e all’Est. In Polonia, Croazia, Slovacchia, e forse in Austria e Baviera, il modello di banca crossborder di Profumo - tutto proiettato in una Europa cattolica romana - fa sognare i suoi provinciali azionisti.
“Attorno a Fazio e Bazoli la nuova galassia confessionale ha già un assetto durevole, tecnico (economico) e politico. Bazoli ha il sostegno incondizionato di Giuseppe Guzzetti, il presidente della Fondazione Cariplo, una vita in politica con la Dc. Si è candidato per i Popolari al vertice dell’Ulivo per le elezioni del 2001. Ha lanciato un ponte alla Fiat col convertendo e trova una sponda in Umberto Agnelli, nuovo capo famiglia e azienda, senatore della Dc dal 1976 al 1979, nel gruppo dell’Arel, creato da Nino Andreatta - con, tra i tanti, Bazoli. L’asse Uni-Generali ha il sostegno esterno di Cesare Geronzi, presidente di Capitalia, intimo di Fazio. Dall’interno è controllato da due fondazioni vicini ai Popolari, la Cariverona, presieduta da Paolo Biasi, e la Crt (Cassa di risparmio di Torino), presieduta da Fabrizio Palenzona, in politica con i Popolari, presidente della provincia di Alessandria. Il presidente di Unicredito, Carlo Salvatori, è da sempre legato a Fazio e Geronzi”.

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