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domenica 5 febbraio 2012

Veltroni (non) sa di non sapere

“Io so” dice Veltroni a Fazio. Al modo, specifica, di Pasolini e Sciascia: “Io so” che le stragi sono di Stato. In particolare dice “Io so” a proposito della trattativa Stato-mafia per uccidere Falcone e Borsellino, e promuovere le stragi del 1993 a Firenze e Milano. A opera, pensano gli spettatori, di Scalfaro che Veltroni ha appena celebrato, e di Ciampi? “Trattativa” che il colonnello dei carabinieri De Caprio, in arte “Ultimo”, poté dire il 26 novembre 2010 “una pagliacciata”, nella sua lite continua con la Procura di Palermo ma senza incorrere in aggravanti.
Veltroni non è Pasolini, e nemmeno Sciascia, dopo non essere stato Kennedy. È un uomo politico, ex vice capo dell’Ulivo e del governo, ed ex capo del partito Democratico. E un personaggio pirandelliano in cerca di ruolo. Ma tutto questo, l’essenziale, mostra di non saperlo.
Fazio lo ha invitato per l’“Io so”, in qualità di umile membro dell’Antimafia parlamentare. E gli ha alzato le palle concordate. Ma non ha fatto scattare i solito applausi: era una trappola? La Rai è sempre infida, come le stragi.

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