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mercoledì 27 giugno 2012

La Germania pone il veto

Il no a ogni altra soluzione che non sia quella tedesca, ribadito per tre giorni di seguito dalla cancelliera Merkel prima del vertice europeo di domani, è nella sostanza un veto. Non è mai successo nella storia dell’Europa. Un paese si era a volte isolato, la Gran Bretagna, ma nessuno era mai stato isolato, come ora la Grecia, spalle al muto. Soprattutto, nessuno si era mai arrogato il diritto di decidere per gli altri.
Negli ambienti comunitari si minimizza. La fiducia prevale che al vertice ci sarà un accordo. Una qualche forma d’intervento riequilibratore sui titoli di Stato sotto pressione, italiani e spagnoli. Il no di Angela Merkel, benché ribadito, e molto costoso per Italia e Spagna in tassi d’interesse, sarebbe a uso interno, per preparare l’opinione tedesca alle concessioni.
Ma non è questa l’opinione in Germania. E non è questo il modo di agire della cancelliera e dei suoi consiglieri. Mentre si sa che a Bruxelles si minimizza sempre, per spirito di corpo, e perché le burocrazie sono lente, e arrivano molto dopo i fatti.
L’unica concessione attesa dalla Merkel riguarda il fondo salva banche, o di garanzia (assicurazione). Proposto non a caso dal rappresentante tedesco nella giunta della Banca centrale europea. Il cui effetto sarà, in primo luogo, di riportare in sicurezza le Landesbanken tedesche, le banche statali – una serie di “cariplo”, grandi banche locali, del sottogoverno politico (la maggiore e la più esposta, quella bavarese, la seconda maggiore banca tedesca, è stata salvata da Unicredit cinque anni fa).
La tempistica degli interventi dissolutori di Angela Merkel sottolinea inoltre il carattere mercantilistico, cioè vetero-nazionalistico, delle politiche monetarie tedesche. All’indomani del voto europeista della Grecia e del mini-vertice di Roma, per annullare gli attesi effetti positivi di entrambi gli eventi. Non c’è un orizzonte di svilluppo comune europeo, lo stesso Monti l’avrebbe rilevato, sia pure scherzando: “Ormai riesco a parlare solo con Obama”.

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