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giovedì 28 giugno 2012

Fisco, appalti, abusi - 5

A un anno e mezzo dalla liberalizzazione della luce e del gas, l’Autorità per l’energia apre un’indagine sul rincaro delle bollette nel mercato libero. Fino ad ora dormiva?

La liberalizzazione dell’energia si vantava a favore degli utenti, cioè in quest’ultima fase delle famiglie. Mentre il contrario è vero. Con la solita selva di tariffe indecifrabili, multiple o scaglionate, e sconti una tantum o a termine, l’esito, nel termine di pochi mesi, è sempre di rincaro. Con l’impossibilità, non giuridica ma a tutti gli effetti universale, di non poter rientrare nel servizio di maggior tutela, dove i prezzi sono fissati dall’Autorità.
La liberalizzazione è stata pensata per le aziende energetiche, per affrancarle dalle tariffe fissate dall’Autorità? È così nei fatti.

A una lamentela specifica su questo sito, il sevizio marketing di Sorgenia propone gentilmente la pronta rescissione del contratto giudicato oneroso. Ma non si può lasciare un operatore, bisogna che un altro subentri – non si fa a meno della luce o del gas. Operatore che è facile trovare per un’utenza a consumi elevati, meno per un’utenza a scarsi consumi. E qui subentra un secondo aspetto della falsa liberalizzazione: chi ha consumi elevati troverà (ipoteticamente) un contratto conveniente, per gli altri la liberalizzazione è solo un trucco per liberare il servizio di maggior tutela da forniture ritenute non vantaggiose: le seconde case, i singoli, i poveri.

La Corte dei Conti dice che a un’inchiesta un italiano su sei ha ricevuto richieste di mazzette. Tutti gli imprenditori?
Il 40 per cento del costo delle opere pubbliche è dovuto alle mazzette, dice ancora la Corte dei Conti. Solo il 40?

Perché dopo sette mesi di aspra lotta all’evasione fiscale le entrate diminuiscono – sono diminuite nel primo trimestre e sono annunciate in calo nel secondo? Perché c’è la recessione. Sì, ma perché la mobilitazione di Monti non ha attutito l’effetto recessivo sulle entrate? Perché l’evasione va con le leggi “intelligenti”, l’economia in nero (che si tollera dopo averla teorizzata: nel turismo e nell’edilizia è al 50 per cento, nell’agricoltura a poco meno), l’Iva troppo alta, e solo in minima parte con gli scontrini dei negozianti – l’1 per cento? diciamo il 5.

Si può dire questa l’estate in cui fummo sommersi dallo scontrino. Lo fanno pure gl ambulanti in spiaggia. Con beneficio per le cartiere e l’industria dell’immondizia, ma non per Befera, il suo teorico, e le Entrate.

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