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lunedì 1 aprile 2013

Le Camerette tecniche

Dunque finisce con un presidente che, invece di nominare un governo, nomina due apparenze di commissioni consultive. Che non sanno cosa fare, ma hanno capito che devono far passare le due settimane che ci vogliono perché il presidente non possa più nominare il governo - le Camere saranno già all’opera per eleggere il successore. Finisce nella viltà una presidenza baldanzosa, e anche, si sperava, di buona politica – in linea certo coi tempi: se rinuncia il papa… (la “linea” piace sempre in certi ambienti).
Ci sarebbe da sorridere alla trovata di Napolitano, di instaurare due piccole “Camere”, di “tecnici” con uno spruzzo di politica. La scienza dell’economia – della gestione pubblica – non nacque del resto “camerale”, degli esperti nell’anticamera del principe? Ci sarebbe anzi da ridere, considerando che le Autorità a garanzia del mercato, di cui i più dei cameristi sono a capo, sono una della cause principali del disastro della funzione pubblica, per costo e inefficienza (subordinazione agli interessi costituiti).
All’apparenza sembra logico: non avendo le Camere vere espresso una politica, il capo dello Stato ci riprova en petit comité. Se non che si tratta in realtà di (piccoli) burocrati, che non faranno assolutamente nulla - è la sindrome Bondi che imperversa. Dunque è una logica di Pulcinella. Mentre la realtà è ben drammatica. Per la recessione che è spaventosa più che per lo spread e la cattiva Germania.
Il commissariamento
Si può dire – è lecito essere beffardi – anche il trionfo della politica come commissariamento, della politica sovietica. Facendo torto a Napolitano, che ci ha sbattuto contro una vita, e anche alla presidenza della Repubblica è stato ed è quotidiano rivendicatore delle ragioni politiche. Ma non del tutto. Anche lui come tutti è ormai succube, dopo un bombardamento ventennale, dell’ideologia della “società civile” figlia di Mani Pulite, il gentile golpe ambrosiano, della Borsa e delle banche, per cui un professore o un burocrate è meglio di un politico liberamente eletto. Succube del commissariamento sovietico in salsa ambrosiana, bancaria: non ci ha già dato il celebrato governo Monti dei professori e tecnici (burocrati: Grilli, Barca, Terzi, la ministra dell’Interno…)? Ma come a Monti ha sotteso un accordo politico di Grande Coalizione, così nella composizione delle Camerette ha usato il bilancino politico. 
Le due Camerette lasciano peraltro inalterato l’impasse politico che l’ex partito di Napolitano ha creato, e a cui lo stesso capo dello Stato, dopo aver resistito una vita, sembra adeguarsi all’uscita. Col supporto - maldestro forse più che opportunista - della residua politica laica, Sartori, Scalfari, Settis (tutti con la s?). Con la barzelletta che non ci può essere altro partito all’infuori di quello: l’ex Pci che ha fagocitato la Dc e governa con la corruzione, in grande e in piccolo, e non tollera altri partiti di massa, se non dicendoli ladri, concussori, mafiosi, trafficanti di droga, golpisti, pederasti, e ora puttanieri – senza senso del ridicolo, Sartori, Scalfari, Settis, e altri ascari affardellati? Dopo la catastrofe Monti, che altro ricino ci propina il popolo diverso?

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