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venerdì 10 maggio 2013

Annientato lo squadrone emiliano

Il calcio dice Lazio-Bologna 6-0, ma più che dalla squadra capitolina il cappotto a Bologna è come l’avesse inflitto l’Italia tutta: in poche settimane l’alternativa emiliana a Milano è stata spazzata via. Le elezioni hanno liquidato Fini, Casini e Montezemolo. Il Partito Democratico ha liquidato Prodi e Bersani. Resta Squinzi in Confindustria, con Guidalberto Guidi, ma sono poco cosa di fronte al predominio lombardo. Lo stesso Squinzi comincia ad accreditarsi milanista, pur portando in serie A una sua propria squadra, il Sassuolo. Vent’anni di “sfida” emiliana si sono cancellati d’un colpo.
Milano si riprende in Emilia quello che concede alla Toscana. Il governo è ritornato con Letta alla sua tradizionale piccola voga centroitaliana, dopo la parentesi milanese estremista di Monti. Subappenninica, da Pisa a Ancona. È tutto da vedere, però, se sarà una Toscana alla Fanfani, che bene e male ha “fatto” l’Italia oppure una alla Zoli, o alla Gronchi, che si ricordano poco e male. 

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