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sabato 21 settembre 2013

Le primarie generano mostri

Meglio che un congresso le primarie. Per chi governerà il partito: l’assemblea del Pd ha fatto una scelta che crede democratica e liberatoria e invece non lo è nei fatti. Anzi potrebbe essere, com’è stata finora, traditrice. La politica non ama i vuoti. La politica non s’improvvisa. La politica è una summa – una risultante. Sono frasi fatte ma hanno più senso delle primarie. Un breve excursus lo prova.
La chiusura dei pochi metri di Colosseo ancora contornati dal traffico, operazione semplice, Ignazio Marino ha complicato all’inverosimile. E un’Olimpiade che nessuno vuole ha proposto. Nient’altro ha fatto, a meno che non siano vere le voci sulle sue intenzioni: ridurre i campi rom (tre sono stati già sgomberati, senza motivo), cacciare gli occupanti dal teatro Valle, cacciare il sovrintendente Catello dall’Opera, non potendo cacciare il maestro Muti – due che hanno dato in tre anni lustro mondiale, meglio della Scala, a un’Opera abituata da sempre a non lavorare. Il neo sindaco di Roma Marino, ex candidato a tutte le primarie, conferma che, così come le pratica il Pd, le primarie stesse sono una selezione bruta, dopo il mago Veltroni, il fenomeno Renzi e il Rodotà di Grillo.
Le primarie, dove funzionano come selezione politica, cioè negli Usa, sono uno strumento complesso e “di partito”. Servono per allargare il partito alle nuove generazioni e alla platea del voto, non a combatterlo. E nelle ultime sei elezioni presidenziali, da Clinton in poi, sono state strumento formidabile di finanziamento della politica. Non sono centro di spesa e palestra per parvenu.
Renzi è diventato un leader, al punto da pensarsi unico, dopo una gara con tre vecchi ex comunisti rinscimuniti che si dividevano il voto del loro (ex) partito. Questo non sarebbe stato possibile negli Usa. O allora con effetti deleteri. Si prenda Obama, che ha preso tutti di sorpresa, per la gioventù, il colore, la prestanza: alla sua prima prova ha perso una guerra che non ha fatto: non trova le prove per cui ha dichiarato la guerra, incorona Assad gentiluomo, si fa propagandare, dai suoi stessi servizi segreti, gli oppositori in Siria come sfruttatori delle volontarie”. Dopo non aver saputo governare l’economia e la banca per cinque anni ormai - non ha nemmeno un candidato alle Federal Reserve. L’altra grande sorpresa presidenziale, Kennedy, premiato perché giovanile, cattolico, jet-set, amante delle belle donne, è stato probabilmente il peggior presidente del dopoguerra: due guerre perse, al Vietnam e a Cuba, quella a Cuba assortita di un embargo odiosissimo di ormai mezzo secolo, e la crisi dei missili, una quasi guerra nucleare.
Quanto al voto popolare: sarebbe stato Kennedy rieletto? Obama c’è riuscito contro un non-candidato - chi era? Lestablishment - destra e sinistra unite - governa anche con le non candidature.

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