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giovedì 19 settembre 2013

L’Italia ha due destre, più Grillo

L’Italia ha due destre, bisogna pensarci, è questo il suo collo di bottiglia: quella di Berlusconi dichiarata, e quella del partito Democratico. Il governo Letta, delle chiacchiere e dei rinvii, ne è l’espressione giusta. Né lui né il suo partito hanno del resto posizioni di sinistra da far valere. Non sul lavoro, non sulle tasse, non sul reddito, e non  sulla giustizia – che è la base di ogni socialismo. Anche sulla costituzione, che pure è da riformare in molti capi, Letta e il Pd non sanno e non vogliono sapere.
È una destra smunta, poco di destra: non fa le cose che dovrebbe, sul lavoro, le tasse e la spesa pubblica – salva la dignità, avviare tutti al lavoro, rimettere in moto il motore, e poi, quando ci sarà da spartire, rifare le leggi: la legge è fatta per questo, per tenere conto del presente. Ma è conservatrice, in entrambe le espressioni: non cambia mai niente.
Si dice che i loro governi non governano perché il sistema costituzionale non lo consente. Ma non lo modificano. Si limitano a dire, da decenni, che andrebbe modificato. Del resto, non hanno governato neanche quando avevano in Parlamento maggioranze ampie.
Entrambe le destre sono prudenti, si dice anche, per la necessità d’inseguire il voto di centro. In realtà i due partiti prendono sempre gli stessi voti, mentre il resto del voto non è di palude, è anzi molto deciso. Ultima dimostrazione Grillo. 
Grillo si può leggere solo sulla stampa straniera, oggi in un’intervista con lo scrittore Peter Schneider, che conosce bene l’Italia e l’italiano, per il settimanale tedesco “Die Zeit”: sa le cose, è chiaro, ed è deciso. Su tutti i temi, l’euro, il debito, la Germania, Bersani e il Pd, i 19 milioni di pensionati e i 5 milioni di dipendenti pubblici. Ma è un conservatore: si tiene la giustizia così com’è, fascistoide, e la costituzione immutata, compreso il porcellum.

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