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domenica 16 febbraio 2014

La Cina di malavoglia

“Canton (fiume delle perle) mi ricorda molto Tashkent”. Non può essere, ma Sereni era stato invitato in precedenza in Turkmenistan, e su questo metro visita a novembre del 1980 la Cina. Ignaro che si preparava la grande svolta delle Quattro Modernizzazioni. Un viaggio che sarà prolifico di memorie: con De Jaco, segretario del Sindacato Nazionale Scrittori, l’organizzatore, Mario Luzi, la sinologa Anna Bujatti, Arbasino e Malerba, questi ultimi in sostituzione di Calvino e Volponi, che all’ultimo si erano sfilati, tutti ne hanno scritto. Eccetto la sinologa. Tutti asfittici - eccetto Arbasino, che ha lunghi studi di politologia.
Molta meraviglia, nessuna curiosità – a parte il pettegolezzo costante su Arbasino, che si sottrae all’ufficialità. “Un certo Ginzberg” li ospita, Siegmund Ginzberg. “Incontrata per caso la signora dell’ambasciata col figlioletto”, la sinologa Sandra Carletti. Meglio la nota introduttiva e l’apparato di riferimenti di Emanuela Sartorelli, che ha curato questa edizioncina per Via del Vento - l’entusiasmo del critico salva molto speso l’autore. Il viaggio evidentemente non fa bene ai letterati italiani.
Vittorio Sereni, Viaggio in Cina

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