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venerdì 21 febbraio 2014

Ombre - 209

Napolitano esce, dopo tre ore di colloquio con Renzi, e ai giornalisti per prima cosa spiega: “La formazione del governo e la scelta dei ministri compete, secondo la Costituzione, al presidente del consiglio incaricato”. Non è esattamente così: L’art. 92 è stringato, Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri”, e la prassi non è conforme. Ma Napolitano condivide lo sconcerto di tutti. 

Si commemora a Sanremo Gianni Borgna, l’assessore alla cultura dei sindaci di Roma Rutelli e Veltroni, l’inventore delle “notti bianche”, alla presenza di 50 curiosi e 350 giornalisti. Un partito tutto testa, niente corpo?

Al festival di Fazio serioso l’unico in grado di accendere il pubblico è stato il “napoletano” Arbore. Che ha fatto il “napoletano” eccessivo, del peggior colore: una provocazione. A cui i padani paganti hanno reagito entusiasti, in un delirio d’allegria. Si capisce la fine del leghismo: è triste e malinconico, rancoroso.

Grillo al tavolo con Renzi si dice teatro. Ma allora cattivo teatro: non è dramma, non è commedia. A Grillo si ha solo voglia di mandare un vaffa e spegnere. Ma non alla fine, già subito indispone: come si butta sul tavolo, come strilla. I suoi come lo sopportano?

Si capisce anche, dai capigruppo convocati al tavolo Renzi-Grillo, che i “pentastellati” siano devoti al capo, devotissimi: sono fortunati al Gratta e Vinci. Ma a un Gratta e Vinci pilotato? E dove sono gli ex voto?

In sei anni, dal 2008 al 2013, giudizio “negativo” per 31 giudici, “non positivo” per altri 114. Sono molti? A fronte dei 9-10 milioni di cause arretrate, non sono niente.
Il giudizio negativo implica il salto della promozione quadriennale di carriera, che tutti i giudici hanno. Quello non positivo l’obbligo di un corso di riqualificazione.

Il giudizio “negativo” scatta nella carriera dei giudici per carenze in uno dei tre “cardini” della professione: indipendenza, imparzialità, equilibrio. O in due dei “parametri” produttivi: capacità, laboriosità, diligenza, impegno. Il giudizio “non positivo” per carenze in uno dei “parametri”.
Tutti i “negativo” sono dovuti a insufficienze su due di tre “parametri”: laboriosità, diligenza, impegno. Tutti i giudici italiani sono indipendenti, imparziali ed equilibrati, e sono anche capaci.

Raffaele Lombardo, l’ex presidente della Regione Sicilia, non è il primo che da destra si è messo a sinistra. Nel 2006 fece perdere le elezioni a Berlusconi con i suoi 60 mila voti. Viene ora condannato per le sue colpe di destra o di sinistra? Si dice: la giustizia è equanime. Ma la giustizia sa che non è vero.

Lombardo viene condannato a Catania da solo. Viene condannato per atti di governo alla Regione Sicilia, dove governava con alcuni altri partiti - il suo era il più piccolo, il più grande il Pd. Ma lui solo è colpevole. Lui e suo fratello.

 “Se si deve ricorrere al proibizionismo”, argomenta su “la Repubblica” il professore Veronesi a proposito della cannabis, “significa che abbiamo fallito la nostra educazione  educativa”. E il furto allora perché proibirlo, o l’assassinio? Bisogna insegnare ai professori anche la logica.

Il Pd vince le elezioni regionali in Sardegna, ma perde 82.403 voti rispetto alle politiche dodici mesi fa, il 35,4 per cento. Berlusconi, sconfitto alle regionali, ne perde 62.163, il 33 per cento.

Non è la sola “verità non rilevata” delle elezioni in Sardegna. Berlusconi perde perché uno dei suoi “delfini”, Pili, si è candidato in proprio. Non è stato eletto ma ha fatto perdere a Berlusconi quel 4-5 per cento necessario alla sconfitta. La vendetta come strategia?

Nel dirottamento dell’aereo delle Ethiopian Airlines si scopre un altro nazionalismo: nelle ore non d’ufficio la Svizzera delega la difesa aerea alla Francia.

“Ho sempre rispettato l’autonomia della politica”. De Benedetti fa un comunicato per smentire pressioni su Fabrizio Barca perché accetti il posto di ministro dell’Economia. Ma perché dire bugie?

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