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domenica 7 dicembre 2014

Carminati, copioni deviati

Chi fossero Buzzi e Carminati si sapeva, non possono parlare e regolarsi diversamente da come hanno fatto per tutta la vita, in prigione e fuori: adattarsi. Lo scandalo è che gli ex detenuti debbano pagare mazzette ai politici. E più per essere ex detenuti: la corruzione come ricatto.
I fatti erano noti agli inquirenti, poiché erano noti a Roma. Ma non sono stati perseguiti fino alla videocampagna in corso. Questo è un secondo scandalo.
Carminati videoregistrato è un personaggio tragico, e vittima più che reo: la casa incendiata due volte quando aveva quattordici anni, perché era di destra, e obbligato a girare con la pistola, senza un occhio a trent’anni per la pistolettata di un carabiniere a bruciapelo, senza che lui sparasse. Ladro di banche, ma contrario alle droghe e alle bande. Incolpato dell’assassinio di Pecorelli, in compagnia di Andreotti, senza che c’entrasse: per perdere tempo e evitare il vero processo – il copione piazza Fontana.
Che i giornalisti e il partito Democratico pensino e parlino da benpensanti, contro “questi delinquenti”, anche questo è uno scandalo. Ma fatti loro. È brutto invece, e anche losco, che gli inquirenti, con tutta la loro arte dei “copioni deviati”, non sappiano gestire il caso, poiché fanno di Carminati una vittima – o lo sanno? Invece che deliziarci col  romanesco degli ex carcerati - che parlano come sanno, come altro dovrebbero parlare – una vera stangata alla corruttela sarebbe stato intercettare la politica corrotta. I singoli e le strutture, coi loro feudi ormai consolidati, i Casamonica, i Tredicine etc.: non si chiedono mazzette solo agli ex carcerati.
 

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