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mercoledì 8 aprile 2015

L’Europa delle ruote di scorta

Dodici riforme in due anni, il governo deve fare per avere udienza all’Unione Europea. Non sa nemmeno quali, né a che fine, ma deve promettere. Cioè sì, lo sa, per il “fiscal compact”, che però è una fisarmonica, si apre e si chiude a caso. Cioè non a caso, ma come dicono Angela Merkel e i suoi sedici satelliti, Spagna compresa. La Finlandia per esempio o l’Estonia. Ma che saranno questa Finlandia e questa Estonia da cui l’Italia dipende?
“Riforme” è una parola. Vuota. Di cui la Germania s’è impadronita per non chiamare bastone il bastone. E quand’anche avessero ragione loro, che le “riforme” non bastano mai, che Europa è questa? Con la Gran Bretagna virtualmente fuori, e la Francia succube. Per primo di due presidenze inette, Sarkozy e Holande. Al carro anch’essa di Berlino, seppure non dichiarata. Alla Francia converrà pure fare la ruota di scorta. Ha evitato così la sorte dell’Italia. Ma tutto questo a che fine?
La famosa mozzarella della Baviera intanto conquista i supermercati. Si po’ vendere mozzarella tedesca, in Italia, non surrettiziamente, con marchio (“le Vali della Baviera). A 4,50 eur al kg.. Che è materialmente impossibile ma la mozzarella tedesca fa il miracolo. Magari senza nemmeno pagare i funzionari europei della concorrenza (hanno un direttore generale, un olandese, che di nome fa Italianer…), l’obbedienza è un riflesso condizionato E non è possibile protestare. Non c’è protezione dei marchi, doc, dop, etc., non di quelli italiani, per quante proteste e procedimenti si aprano a Bruxelles. Con la danese Westhager ora come il suo predecessore spagnolo Almunia: li sceglie Berlino, ben selezionati.
Perfino i corrispondenti italiani, a Berlino e Bruxelles, sembra che li scelga Angela Merkel Non capiscono niente, e non è possibile. Capiscono benissimo, fanno solo finta – sono gli unici – che ci sia una Unione Europea.

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