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martedì 23 febbraio 2016

Alla Procura di Milano meglio non capire

Il Procuratore Capo di Milano uscente Bruti Liberati e il Procuratore Capo reggente Forno hanno fatto delle nomine di favore. Cioè illegali. Ma non a Milano.
Il Consiglio giudiziario della città si limita definire queste nomine “irrituali” – “I Consigli Giudiziari si qualificano come organi territoriali dell’autogoverno”,  secondo il Consiglio Superiore della Magistratura, di cui sono organi consultivi.
Il “Corriere della sera” fa ancora di più. Leggere per credere:
“Delibere irrituali”
E intanto il Consiglio giudiziario critica ancora le circolari dei capi
E intanto il Consiglio giudiziario milanese (a maggioranza, con 6 contrari su 19 presenti) muove rilievi al complesso dei provvedimenti del procuratore reggente Piero Forno il 30 novembre 2015, e prima del procuratore Bruti Liberati dal 10 settembre 2014, che selezionarono due pm alla guida di due sottodipartimenti. Un’assegnazione è definita «irrituale perché non preceduta da necessario interpello a tutti i pm» e perché «il provvedimento non è stato comunicato ai magistrati dell’Ufficio e tantomeno al Consiglio giudiziario come invece richiesto dalle circolari Csm». Si censura poi che uno dei provvedimenti si basi «su una motivazione meramente apparente e per taluni aspetti non condivisibile, in quanto valorizza profili di specializzazione invero non rilevanti e non considera adeguatamente le qualificanti esperienze degli altri candidati». E si additano anche «presupposti errati in via di fatto»: come «l’asserita minore anzianità» attribuita a una pm rispetto al collega scelto, quando invece la pm aveva «eguale anzianità di ruolo» e anzi «maggiore anzianità di servizio». L.Fer.

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