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lunedì 5 dicembre 2016

Giallo a gogò

Quattordici racconti d’autore che in qualche misura inducono una suspense. Di tipo gotico, curioso, sorprendente, ossessivo, psicopatico. Ma più che altro leggero – educato. Anche manierato. Hemingway fa il “nero” alla Hammett, trucido. Svevo l’assassino pensieroso, alla Dostoevskij. Buzzati lo scambio di persona – ma, al solito, senza crederci: lo scambio non fa eccezionale ma in serie. Balzac ambienta tra i notai, i gioiellieri, gli albergatori e le cameriere esose la vecchia punizione dell’amore fedifrago tra anime nobili. E naturalmente si mette alla prova la virtù delle donne, De Roberto addirittura al calcolo delle probabilità.
Il divertimento c’è, non tanto per le storie quanto per la sorpresa – anche Flaiano? anche Maupassant? Di memorabile c’è solo il racconto di Henry James probabilmente, “Un tragico errore”, qui in prima traduzione, col quale esordiva a vent’anni – ha avuto tempo per ravvedersi. E una parodia, questa sì da culto, di Sherlock Holmes, già nel 1902, opera di Mark Twain: il detective preso al suo laccio, di indizi che nessun altro ha raccolto, nemmeno lui. Anche Wodehouse non è male, nel suo genere sorridente, sul vizio di leggere gialli.

Giallo è il coloredel momento. Si ride? Di giallo. Si piange? Di giallo. Ma per lo più si ride – si sorride: gli autori “seri” non si prendono sul serio, compresi quelli di stagione, Manzini, Malvaldi. Oppure: il giallo torna il colore che è, indistinto. Oggi tutto è giallo, dopo essere stato tutto romanzo, anche i conti dell’Istat. I curatori mettono le mani avanti, giustificandosi con la letteratura sul giallo, che anch’essa si è allargata, da Scalfari a Tzvetan Todorov. Ma che vuol dire, che non hanno di meglio?
Fulvio Gianaria-Alberto Mittone (a cura di), Insospettabili, Einaudi, pp. VIII-266 € 14,50

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