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venerdì 5 maggio 2017

Il lapsus di Freud

È il testo probabilmente più letto – una diecina di edizioni sono disponibili in traduzione – e quello probabilmente più riscrittodi Freud, “per completare, affinare, anche rettificare i concetti originariamente esposti” (J.B.Pontalis). Coi “lapsus”, la parte più consistente di questa vita quotidiana, Freud fa di più. Raddoppia, più o meno, i casi censiti, seppure sempre allo stesso fine: “dimostrare” che la parola o il nome “che non viene”, o i lapsus, di parola,  lettura, scrittura, “sono, come il sintomo, tante «mancanze» testimoni di un compromesso tra l’intenzione cosciente e il desiderio rimosso” (id.).
Ma si rileggono questi “spostamenti” di senso come agudezas, “ne so una più di voi”, per un irresistbile bisogno di one-upmanship, di primeggiare. E a qualche anno data con un senso fastidioso di già visto. Come di un questuante che tiri per la manica. Come di un gioco, che si gusta per la ripetizione a passatempo. Per le regole del gioco che sono fisse e valgono per il gioco ma non per la verità o la realtà delle cose. Anzi, per essere fisse ne neutralizzano una qualsiai funzione euristica che il gioco possa avere.
In tedesco è probabilmente diverso, il lapsus è un fatto linguistico: si rileva col prefisso ver-, ri-, che implica una sorta di trasmutazione. In traduzione resta il fatto, sempre meno brillante e sempre più scontato, faticoso. Fino ai “refusi mentali” - “rovinare” per “urinare”… - perché hanno lo stesso numero di sillabe (e le assonanze no?).
Niente errrori: gli “Errori” qui non sono errori. Equivoci? Stanchezze? Insonnie? Giochi di parole? Vecchiaia? No, niente distrazioni. “Dimenticanze, lapsus, sbadataggini, superstizioni ed errori” è il sottotitolo originale – “Edizione integrale di riferimento” quello di questa riedizione. Ma niente Freud lascia al caso: ingegnoso ma ultimo hegeliano, sistematico e ragionativo a basso voltaggio.  
La raccolta sorprenderà ancora, poiché si ristampa. per gli accostamenti capziosi. Ma, scientificamente, terapeuticamente, perché lo scostamento-spostamento che viene in mente a Freud, o alle sue fonti, e non un altro? Il metodo dello spiazzamento, che qui Freud teorizza al caso 39, è interminabile.
Al termine della fastidiosa aneddotica si potrebbe dare per una volta ragione a Berlusconi: “Qualcuno dirà che è un lapsus freudiano. No, è solo un lapsus”. E un caso si potrebbe aggiungere, quello del dottor Freud che di un lapsus faceva ogni volta un lapsus freudiano.
Sigmund Freud, Psicopatologia della vita quotidiana, Bollati Boringhieri, pp. 283 € 9

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