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giovedì 18 maggio 2017

L'amore nell’età del disamore

Un racconto a prima vista improbabile, a riassumerlo: l’amore che si degrada, anche tra padri e figli, nel tempo, nella convivenza, o sboccia senza ragione. Che però, a rifletterci, è l’esperienza comune. Drammatizzata naturalmente, come eccezione, fuori dalla routine. Nei protagonisti caratterizzati, il padre-nonno, la vicina sventata, il marito della vicina problematico, e in quelli che non hanno un ruolo, se non scontato.
Un drammone corposo, che lascia traccia, più d’una. Svelto, alla maniera di Amelio, non melodrammatico, ma per vari aspetti epocale, della famiglia del Millennio, nel non-luogo metropolitano. Tra affanni, distrazioni, malattie, anche mentali, e lampi di affabilità e simpatia, gli stessi della vita di tutti. Nel frastuono.
Il titolo è antifrastico – il soggetto originale lo scrittore Lorenzo Marone aveva intitolato “La tentazione di essere felici”. Di una vicenda grigia, e anzi cupa. Dei rapporti padri-figli – figli adulti: di querimonie, senza slancio. E di amori alla follia. Compreso quello che il vecchio padre, ancora capace di sentimenti, stabilisce d’istinto con un’occasionale sbadata vicina. Sullo sfondo di una Napoli quale è, prototipo della metropoli, veloce, fredda, immersa nel suo cupo lavorerio”, sia pure solo vagare rumoroso in scooter.
Una prova superba di Carpentieri, con la maestria, di dizione e di portamento, di chi domina le scene. Una conferma di maturità e spessore - fra le tante attrici giovani da frizzi e guizzi, da telenovela – di Micaela Ramazzotti, si capisce che lavori molto ultimamemnte, che padroneggia il registro drammatico e quello svaporato, fino alla pronuncia blesa: una Monica Vitti. Di sensibilità per un irriconoscibile Elio Germano: poche inquadrature, ma bastanti a farne dimenticare la piattezza televisiva. O con Amelio gli attori “rendono” – Fantastichini, Volonté, Lo Verso, Placido, Gifuni, Rossi Stuart.
Gianni Amelio, La tenerezza


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