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martedì 16 maggio 2017

La bellezza contro la mafia

L’inseguimento per i cordoli dello Stagnone di Mozia – o è alle Saline di Trapani? - resterà negli annali. E quello tra i vicoli della casbah – Trapani? Marsala?  Su un soggetto di maniera, la solita cricca mafiosa, di silenzi, riserve o complicità mute, ricatti, e la guerra intestina inevitabile, una sceneggiatura diversa. Di codici di vita infine realistici, toni sommessi, incertezze, lentezze, sconfitte. Per una regia e una produzione straordinarie.
Trapani negli anni 1970 è ricostruita al dettaglio, compresi i vecchi manifesti politici. Con una ricchezza eccezionale di ambientazioni: ogni scena, ogni inquadratura diversa. E quasi tutte in esterni. Perfino spropositato il gran numero di auto d’epoca, di uso comune, non quela da collezione – anche nella trasferta in Canada. Con le mattanze dordinanza, ma anche con vera suspense. Una volta stabilito, alla primissima scena, che Maltese ha il tiro mortale.

Presentato come “un omaggio a «La piovra»”, ne è l’opposto – è l’opposto del “tutto mafia”. Un monumento, anche, alla Sicilia: Degli Esposti ci ha fatto la mano, dopo la serie immortale dei Montalbano. Tavarelli, regista di cinema oltre che di molte miniserie tv, si era già cimentato con l’isola, con “Il giovane Montabano”, e ne moltiplica gli effetti, in interni e in esterni, quasi una pirotecnia..
Gianluca Maria Tavarelli, Maltese, il romanzo del commissario

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