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lunedì 15 maggio 2017

È la Germania pura e dura

Una sinistra, Verdi compresi, che passa da quasi il 55 per cento a poco più del 40 nel Nord Reno Vestfalia dice una Germania delusa.
Delusa dalle sinistre, si penserebbe delusa dalle (mancate) politiche sociali. E invece no, è una Germania risentita. Quella che una settimana fa, dopo le presidenziali in Francia, si chiedeva allarmata: “Quanto ci costerà questo Macron?” – quella che pensa, e viene portata a pensare, che gli italiani la borseggino, in aggiunta ai greci, e anche i francesi. Risentita con l’Europa.
Il risentimento non va in Germania ai movimenti populisti, Pirati e AfD, che stanno fermi al 7 per cento, complessivo, ma ai partiti tradizionali. Il quasi 13 per cento perso dalla sinistra è andato al partito di Angela Merkel e ai Liberali, i prossimi alleati del nuovo cancellierato. Il vero populismo in Germania è con la cancelliera. Sarà dura per il resto dell’Europa: è un populismo prussiano, solido se non organizzato.
La Brexit è peraltro destinata a indurire la Germania, a mano a mano che se ne prenderà coscienza. Berlino non ha più la sponda nordica di Londra, ed è ora alla mercè dei latini - la Francia è eminentemente latina oltre Reno: l’Europa va quindi controllata e regolata. Già se ne vedono i segni, a partire dall’Europa a più velocità, che è proposta per escludere e non per includere, come mostra di credere il governo italiano. Inoltre, Londra aveva portato la Germania di Schroeder e di Merkel, degli ultimi venti anni, a un minimo di liberalismo, dei capitali, degli affari, dei beni importati, dalla arance alle macchine utensili, che sono tornati in fretta sotto occhiuta vigilanza.

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