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venerdì 22 settembre 2017

Cosa fa paura dell'immigrazione

Alcuni aspetti della nevrosi italiana sugli immigrati vengono chiariti. Più della metà degli immigrati si dichiara cristiano, il 53,8 per cento – i mussulmani sono il 32,2. Secondo dati affidabili, quelli del Dossier Statistico Immigrazione 2016 dell’Idos, l’Istituto creato da ex funzionari della Caritas. Gli immigrati sono molti, ma non moltisimi: più che in Francia in rapporto alla popolazione, l’8,3 per cento rispeto al 6,6. Ma meno che in Germania, dove son il 9,3 per cento,
Un dossier volutamente di decompressione, contro le paure. Ma qualche dato andava evidenziato in diversa prospettiva. L’immigrazione forse non è esagerata, non come in Germania, ma in Italia è nuova. Una novità totale, degli ultimi trent’anni. A differenza della Germania, che nel dopoguera ha sempre convissuto con forti immigrazioni, dall’italia e la penisola berica prima, poi dalla Jusgoslavia, poi dall’Est. O della Francia, che per centocinqut’anni, nel suo lungo inverno demografico, è stata terra di asilo, e ha nazionalizzato molte generazioni di italiani, iberici, maghrebibi, caraibici, africani.
Di più, questa immigrazione è molto visibile. Nel Centro Europa, Italia inclusa, la quota di occupati immigrati è cresciuta negli ultimi venti anni al 13,5 pe cento. Circa 15 milioni. Di cui il 41 per cenno ai lavori domestici, e il 33,5 nella ristorazione e il commercio al dettaglio.
L’altro aspetto è il disordine. L’afflusso disordinato, ma in un evidente mercato di uomini. Che è carissimo. Per i migranti in termini di perdite umane, spaventose, da guerra. E per l’Italia in termini di costo e organizzazione. Nel 2016 l’Italia ha speso per il soccorso in mare, per l’accoglienza, e per l’accertamento delle identità 3,6 miliardi di euro (di cui la Ue ha rimborsato solo 600, scarsi). Nel 2017 spenderà 4,2 miliardi.
Un aspetto collaterale è l’intensificazione dell’immigrazione, atificiosa – non giustificata da eventi straordianri: carestie, siccità, guerre. I dati che gli autori espongono nel libro sono già modificati. La Germania oggi, con dieci milioni di immigrati. ne ha due in più rispetto al dato censito dagli studiosi.
Ma. forse, il fatto he più incide sulle paure è un altro. C’è un’accelerazione, che non può che sottendere un’organizzazione, per quanto lasca e inafferrabile – come tutte le organzzazioni criminali. E c’è disordine: nessuna politica di accoglienza è in grado di assorbire un milione di immigrati l’anno, anhe solo per assicurare la sopravvivenza: cure, alloggio, cibo - la cancelliera Merkel vi si è impegnata ma in senso antifrastico, per contrare la spinta sciovinista montante, poi se ne è dimenticata.
Chiara Longo Bifano-Stefano Natoli, Passaggi migranti, Castelvecchi, pp. 185 € 16,50

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