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giovedì 1 febbraio 2018

L’anno fastoso della liberazione

Il Sessantotto presentato quale fu, per il suo verso, immaginifico e libertario. Non oppresso dai cupi memoir di moda, una sorta di revanscismo del vecchio e storto, che si taccia di novismo, e ne offusca il ricordo per i cinquant’anni – si recupera perfino Montaelli, “Gli altri giovani”, che pure era tra i più cattivi contestatori della contestazione. Utopistico al più – il sogno della libertà -  ma non censorio, fazioso, gretto. 
Se ne ricostruiscono i vari aspetti, anche di non aveva più l’età ma ne ha beneficiato. Con diecine di interventi, da Camilleri a Piovani e Gian Carlo Caselli. Per le donne, per i giovani, per il diritto di famiglia, per il diritto di pensare –lavorare, amare, vestirsi... Con eccessi, ma proporzionati alle resistenze, e non violenti – la violenza è successiva ed è un’altra storia, curiale, chiesastica, quella che il Sessantotto combatteva. Piera Degli Esposti, l’attrice, ne fa la sintesi più aderente:”un anno di festosa sonorità”, e “del continuo vivere insieme: insieme si lavorava, si discuteva, si litigava, con un forte scambio di passioni e di idee”.
L’esatto opposto di cinquant’anni dopo – ma non è colpa del Sessantotto. Di un mondo che va in tutt’altra direzione, sotto l’insegna della libertà. In due generazioni vendo rimesso il morso a tutti e ognuno, isolando, polverizzando.
“Micromega”, Sessantotto, 2 voll, pp. 231+ 208 € 19,50

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