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sabato 3 febbraio 2018

Non c’è futuro nei sogni

Se è possibile prevedere il futuro nei sogni. Tema corrente del Duecento, anche di san Tommaso d’Aquinfo, qui in appendice, all’“Articulus IV” della “Summa Theologica”, “Se la divinazione che si fa attraverso i sogni è illecita”- trattazione non brillante: lo è e non lo è, argomenta con inconsuta ambivalenza l’aquinate, la divinazione onirica può essere buona (“divina”) e può essere cattiva (“diabolica”), alcuni sogni vengono da Dio, altri al diavolo.
Il pensatore danese è più ponderato, benchè messo all’indice dal vescovo di Parigi Tempier, che con l’episcopio reggeva per statuto anche la Sorbona, creata un secolo prima e presso la quale lo stesso Boezio insegnava. Un colpo di coda degli antiaristotelici, quello di Étienne Tempier, in una col papa regnante Giovanni XXI, il portoghese Juliani, già professore di Teologia alla stessa università. Ma la verità dell’opuscolo non si cancellava: la divinazione contrasta con la ragione. Tommaso d’Aquino si baserà ancora sulla Bibbia per la sua (non) argomentazione, Boezio su Aristotele..
Curata da Massimo Sannelli, è un’edizione critica dell’opuscolo, in originale latino con la prima traduzione italiana. Con molti rimandi alla trattatistica dell’epoca sui sogni e la divinazione.
Boezio di Dacia, Sui sogni, il melangolo, pp. 77 € 7,75

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