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venerdì 13 settembre 2019

Il campionato dei buffi

La Juventus, il club di calcio più solido, chiuderà il 19 settembre il bilancio annuale al 30 giugno 2019 con un aumento del 50 per cento dei debiti in un anno, da 310 a 464 milioni. E con un patrimonio netto più che dimezzato, da 72 a 32 milioni, sempre in un anno. Un debito di poco inferiore ai ricavi operativi, al netto cioè delle plusvalenze (acquisto-cessione di calciatori), 500 milioni circa. In aumento di meno di un quarto rispetto ai 402 milioni dell’esercizio precedente. Ricavi che non permettono di pagare gli ingaggi, di una trentina di calciatori sopra o poco sotto, al loro di tasse e contributi, i dieci milioni l’anno – il club ha una trentina di calciatori, quasi tre squadre, di livello europeo, di cui sei-sette non saranno utilizzabili per la Champions League, alla quale se ne possono iscrivere solo 25.
Il solo Cristiano Ronaldo pesa sui ricavi della Juventus per 90 milioni l’anno. Di cui 28,75 come quota annua di ammortamento del costo di acquisto, 115 milioni, e 60 milioni l’esborso lordo per pagare un ingaggio netto annuo di 31 milioni. I campioni del calcio scelgono da un paio d’anni l’Italia perché vi si pagano gli ingaggi più alti – tolti un paio del campionato spagnolo, Messi e Neymar.
Buffi e eccedenze anche alla Roma. Che come la Juventus non ha potuto collocare altrove i calciatori non in rosa perché hanno ingaggi troppo alti per gli altri club europei. Del Milan si sa che non può operare sul mercato per gli eccessi debitori della passata stagione. Si vuole fare il campionato più bello del mondo, ma a debito.

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